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Gb al voto ha deciso compatta: Johnson e Brexit senza esitazioni

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Milano, 13 dic. (askanews) - Il più grande margine di Tories dai tempi di Margaret Thatcher e la cattura del Nord da parte dei conservatori: la scommessa politica ha dato ragione al primo ministro britannico Boris Johnson, che esce in trionfo da queste elezioni legislative. La conseguenza immedia...

Milano, 13 dic. (askanews) – Il più grande margine di Tories dai tempi di Margaret Thatcher e la cattura del Nord da parte dei conservatori: la scommessa politica ha dato ragione al primo ministro britannico Boris Johnson, che esce in trionfo da queste elezioni legislative. La conseguenza immediata è che, per la prima volta dal referendum del 2016, è chiaro che la Gran Bretagna lascerà l’Unione europea, anche se la Brexit è ancora lontana dall’essere “conclusa”, come promette Johnson. Così scrive The Economist, che ancora una volta ci regala una caricatura di Boris Johnson in versione Mad Boris.

Nel frattempo, i Labour hanno portato a casa il peggior risultato dagli anni ’30. La vittoria di Johnson ha visto i conservatori prendere il territorio che i laburisti avevano detenuto per quasi un secolo. Il partito dei ricchi viziati laburisti sotto i voti dei nordici della classe operaia e dei Midlander, in collegi elettorali a lungo visti come roccaforti Labour.

Cinque anni fa, sotto David Cameron, il Partito conservatore era un gruppo ampiamente liberale, che predicava mercati liberi e abbracciava il matrimonio gay o la difesa dell’ambiente. Johnson lo ha tirato a sinistra in economia, promettendo spese pubbliche e aiuti di stato per le industrie in difficoltà, e a destra in cultura, chiedendo pene detentive più lunghe e lamentando che i migranti europei “trattano il Regno Unito come se fosse sostanzialmente parte del loro paese”.

Johnson, oltre a confermare la sua volontà “senza se e senza ma” di “andare fino in fondo con la Brexit” nel suo primo discorso dopo la debordante vittoria, ha promesso l’assunzione di 6 mila medici per migliorare il Sistema sanitario nazionale e di “unificare il Paese”: ecco gli impegni ribaditi stanotte nel discorso di proclamazione a deputato rieletto nel collegio di Uxbridge, dove ha vinto, è vero, anche lì, ma contro un 25 enne di origini iraniane e con un margine limitato: 7000 voti.