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Vuoto, azione e spazio: Piero Golia in Fondazione Del Roscio

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Roma, 22 gen. (askanews) - Uno spazio espositivo in centro a Roma, capace di offrire nuove prospettive alla ricezione e alla fruizione dell'arte contemporanea. La Fondazione Nicola Del Roscio ha presentato, come secondo progetto in loco, una mostra di Piero Golia, che dal vuoto ha portato, in pres...

Roma, 22 gen. (askanews) – Uno spazio espositivo in centro a Roma, capace di offrire nuove prospettive alla ricezione e alla fruizione dell’arte contemporanea. La Fondazione Nicola Del Roscio ha presentato, come secondo progetto in loco, una mostra di Piero Golia, che dal vuoto ha portato, in presa diretta e performativa, alla nascita del lavoro. Ne abbiamo parlato con il curatore Pier Paolo Pancotto.

“Il vuoto – ci ha detto – in realtà è un pieno, questo rumore che si sente è già parte della performance, con la quale si crea qualcosa che visivamente modifica l’aspetto dello spazio e dunque diventerà una scultura”.

La performance appunto, un intervento con martelli pneumatici e altri strumenti, per intervenire realmente sulla geografia dello spazio dell’esposizone e creare, coinvolgendo nel momento dell’opera tutte le persone presenti nelle sale, una modificazione sia delle superfici, sia della nostra stessa idea di arte. Le parole emergono dal pavimento, lentamente, rumorosamente, con una forte volontà di pensare ai nuovi strumenti del contemporaneo.

La mostra di Golia, associata alla project room nella quale sono esposte nuove produzioni dell’artista Radu Oreian, è un esempio abbastanza chiaro del modo in cui la Fondazione intende portare avanti il proprio programma: “Presentare progetti specifici per questo luogo che è uno spazio rigorosamente no profit – ha aggiunto il curatore – concepiti in completa armonia con gli artisti, quindi opere pensate per questo spazio dagli artisti e con gli artisti”.

E, cercando di entrare nello spirito di fondo dell’operazione che ha portato all’apertura dello spazio di via Crispi, si arriva a capire che qui si vorrebbe battere una “terza via”. “La terza via, che è una bellissima definizione – ha concluso Pier Paolo Pancotto – vorrebbe significare che un artista può realizzare in questo spazio quello che non può realizzare né in un museo, né in una galleria. Quindi noi diamo anche totale autonomia nella scelta e soprattutto progetti non vanno visti individualmente, ma ci piacerebbe aprire una finestra su questi autori di grande spessore, ma ahimè poco visibili e poco rappresentati”.

Dal vuoto è partito il progetto di Golia, dall’apertura di fronte al mondo parte la Fondazione Del Roscio, che nelle sue nuove sale prova a scrivere una storia espositiva e curatoriale coerente, che procede per tappe successive e diverse, ma tra loro comunque legate in profondità.