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Mattarella su Bachelet: cercava sempre il dialogo. Serve coraggio

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Roma, 12 feb. (askanews) - 40 anni dalla morte di Vittorio Bachelet: il 12 febbraio 1980, il vicepresidente del Csm veniva assassinato dalle Brigate rosse. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto alla cerimonia di commemorazione, promossa dal Consiglio Superiore della Magis...

Roma, 12 feb. (askanews) – 40 anni dalla morte di Vittorio Bachelet: il 12 febbraio 1980, il vicepresidente del Csm veniva assassinato dalle Brigate rosse. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto alla cerimonia di commemorazione, promossa dal Consiglio Superiore della Magistratura. Il capo dello Stato ha premiato i ragazzi delle scuole vincitrici del concorso promosso dal Miur e dal Csm dal titolo: “Ricordare Vittorio Bachelet”.

Mattarella ha elogiato un uomo, ha detto, sempre alla ricerca del “dialogo paziente” e del “confronto sincero e coraggioso” fra posizioni diverse.

“L’azione che qui ha svolto è l’espressione del suo impegno per la teorizzazione del bene comune attraverso la ricerca delle possibilità d’incontro tra posizioni diverse, una ricerca fondata sull’ascolto e sulla reale apertura al confronto. Era convinto, infatti, che nell’impegno sociale, in quello politico, in quello istituzionale, proprio attraverso il dialogo fosse possibile ricomporre le divisioni, interpretando così il senso più alto della convivenza”.

Per Mattarella Bachelet impersonava il senso più autentico della nostra democrazia.

“Questo suo profondo senso della comunità e dello Stato è stato il motivo del suo assassinio ad opera delle Brigate rosse perché dimostrava, con la sua azione, che è possibile realizzare una società più giusta senza mai ricorrere alla contrapposizione aspra e pregiudiziale. Oggi le contrapposizioni ideologiche sono sfumate per motivi storici. Ma rimane sempre, in ogni sede, il rischio di altre contrapposizioni, di contrasti basati sulla pura difesa di posizioni di parte. profondo senso della comunità e dello Stato è stato il motivo del suo assassinio ad opera delle brigate rosse perché dimostrava, con la sua azione, che è possibile realizzare una società più giusta senza mai ricorrere alla contrapposizione aspra e pregiudiziale. Oggi le contrapposizioni ideologiche sono sfumate per motivi storici. Ma rimane sempre, in ogni sede, il rischio di altre contrapposizioni, di contrasti basati sulla pura difesa di posizioni di parte. E su questo piano occorre avere maggior coraggio, ovunque e in qualunque sede. Attraverso il dialogo paziente e tenace occorre ricercare, con disponibilità sincera al confronto, la soluzione migliore per ogni circostanza, e dunque superare sia i pregiudizi sia le soluzioni precostituite. Di questa attitudine, di questa preziosa attitudine, Vittorio Bachelet è stato maestro”.