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Spazio, Solar Orbiter: il ruolo dell'Italia grazie all'Asi

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Cape Canaveral, 12 feb. (askanews) - L'Italia, grazie all'Agenzia spaziale italiana (Asi) è uno dei 18 Paesi del mondo che ha contribuito a realizzare gli strumenti e le apparecchiature della sonda Esa Solar Orbiter, realizzata con la Nasa e lanciata il 10 febbraio 2020 da Cape Canaveral, in Flor...

Cape Canaveral, 12 feb. (askanews) – L’Italia, grazie all’Agenzia spaziale italiana (Asi) è uno dei 18 Paesi del mondo che ha contribuito a realizzare gli strumenti e le apparecchiature della sonda Esa Solar Orbiter, realizzata con la Nasa e lanciata il 10 febbraio 2020 da Cape Canaveral, in Florida. Dopo un viaggio di circa 2 anni Solar orbiter andrà a studiare il Sole da distanza ravvicinata, appena 42 milioni di Km al perielio della sua orbita.

Giorgio Saccoccia, il presidente dell’Asi.

“L’Italia ha contribuito ovviamente allo sviluppo del satellite – ha spiegato ad askanews – ma è anche responsabile di uno strumento scientifico a bordo molto importante, l’esperimento Metis che è un coronografo e ci permetterà di osservare con attenzione la corona solare. È un esperimento sviluppato dall’Agenzia spaziale italiana con l’Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf) e permetterà ai nostri scienziati di dare un contributo fondamentale allo studio della nostra stella, quindi siamo ben felici di questo lancio e aspetteremo il momento in cui tra due anni potrà cominciare la fase scientifica e contribuiremo a questa missione di grande importanza”.

Tra gli altri strumenti italiani di Solar Orbiter c’è SWA (Solar Wind Analyser), una suite di 4 sensori dedicati allo studio del vento solare, la DPU (Data Processing Unit), cuore e cervello di SWA e il software per STIX, strumento che rileva l’emissione di raggi X dei brillamenti solari. Thales Alenia Space, poi, ha realizzato lo scudo termico con tecnologia “Solar black”, in titanio e Fosfato di calcio, per sopportare gli oltre 500 gradi a cui è esposto il lato della navicella rivolto verso il Sole, mentre Leonardo ha fornito due sensori di assetto stellare.

Insomma, il “Made in Italy” è un marchio d’eccellenza riconosciuto e apprezzato in campo aerospaziale, come hanno sottolineato ad askanews Thomas Zurbuchen, Associate administrator for the Science mission directorate della Nasa e G nther Hasinger, direttore dell’attività scientifica dell Esa.

“Io stesso ho collaborato con i partners italiani a Frascati e in giro per l’Italia in questa comunità scientifica molto importante – ha spiegato Zurbuchen – ho lavorato sia sull’osservazione del Sole sia sulle interazioni e le dinamiche del plasma solare e l’Italia è molto famosa in questo campo”.

“La sonda è veramente un capolavoro della tecnologia – ha aggiunto Hasinger – è in grado con le sue camere di guardare il Sole attraverso i buchi nello scudo termico e per la maggior parte di questa tecnologia dobbiamo ringraziare proprio l’Italia”.

Per la prima volta, inoltre Solar Orbiter, osserverà anche i poli solari per capire come si origina il campo magnetico della nostra stella.