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Epidemia da cornavirus, rispettati i divieti: stazione deserta

featured 1112022

Milano, 11 mar. (askanews) - Non fa eccezione la stazione Centrale di Milano, pressoché deserta come il resto della città. Come in tutti gli altri principali scali ferroviari, i pochissimi viaggiatori in partenza e in arrivo, vengono fermati dalla polizia ferroviaria (supportata dai militari del...

Milano, 11 mar. (askanews) – Non fa eccezione la stazione Centrale di Milano, pressoché deserta come il resto della città. Come in tutti gli altri principali scali ferroviari, i pochissimi viaggiatori in partenza e in arrivo, vengono fermati dalla polizia ferroviaria (supportata dai militari dell’Esercito) e invitati a compilare con i propri dati un apposito modulo in cui spiegano di essere a conoscenza delle misure di contenimento del contagio da Coronavirus e dichiarano “sotto la propria responsabilità” da dove vengono, dove vanno e il motivo per cui viaggiano. Il modulo di autocertificazione viene poi consegnato agli agenti che ne verificano il contenuto e ne valutano la correttezza.

Nei giganteschi ambienti deserti della stazione, le persone che si incontrano sono dunque quelle in fila in attesa del proprio turno per accedere ai binari o per uscirne, che vengono guardate a vista dai poliziotti che indossano mascherina e guanti monouso e che li invitano, gentili ma fermi, a mantenere una distanza minima di un metro. Ordinati, uno dietro l’altro, ci sono soprattutto lavoratori di origine straniera, nonni che raggiungono i nipoti e figli che vanno dai genitori e tutti sollevano “situazioni di necessità” o il “rientro al proprio domicilio”. Le operazioni procedono tutto sommato in modo abbastanza rapido e sono pochi i viaggiatori che si dimostrano scocciati da questa procedura, così come sono tutto sommato pochi quelli che non indossano le protezioni antivirus e che non si presentano già con il biglietto e i documenti d’identità in mano.

Oltre ad un gran numero di poliziotti e soldati, dentro e fuori dalla Centrale si incrocia per lo più personale delle Ferrovie e della security di Trenitalia, mentre non c’è più praticamente traccia di turisti né italiani né stranieri. Poche, pochissime, le attività commerciali aperte e quelle poche sono praticamente vuote.