> > Spazio, quasar in bilico tra forti venti e radiazioni energetiche

Spazio, quasar in bilico tra forti venti e radiazioni energetiche

featured 1112547

Milano, 12 mar. (askanews) - I quasar superluminosi, sono buchi neri supermassicci al centro delle galassie e brillano come centomila miliardi di stelle pari al Sole; anche la nostra "Via Lattea" ha al centro un gigantesco buco nero chiamato Sagittarius A. Questi "mostri galattici" sono laboratori...

Milano, 12 mar. (askanews) – I quasar superluminosi, sono buchi neri supermassicci al centro delle galassie e brillano come centomila miliardi di stelle pari al Sole; anche la nostra “Via Lattea” ha al centro un gigantesco buco nero chiamato Sagittarius A. Questi “mostri galattici” sono laboratori ideali soprattutto per investigare i meccanismi che legano la loro straordinaria luminosità all’accelerazione di potenti flussi di materia, i cosiddetti “venti nucleari”.

E porta la firma italiana lo studio pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics Letters e guidato da Luca Zappacosta, ricercatore dell’Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica) di Roma che getta nuova luce sulla complessa relazione che c è tra la radiazione emessa da queste potenti sorgenti cosmiche e i venti di materia calda che vengono espulsi da esse, per capire come l’attività del buco nero centrale possa influenzare l’evoluzione delle galassia che lo ospita.

I quasar sono alimentati da un disco di gas caldo, il cosiddetto disco di accrescimento, che spiraleggia vorticosamente ed emette radiazione principalmente nei raggi ultravioletti. Parte di questa luce ultravioletta viene trasformata in raggi X in una regione popolata da elettroni caldi – chiamata corona – sovrastante il disco di accrescimento.

“Finora – ha spiegato Zappacosta – sapevamo che i quasar più luminosi hanno un’emissione nei raggi X più bassa di quella attesa sulla base della loro emissione ultravioletta, ora abbiamo

scoperto che, almeno tra i quasar più luminosi, esiste una terza variabile, data dai potenti venti nucleari emessi nei pressi del disco di accrescimento. Infatti i venti più veloci, che soffiano anche a 18-25 milioni di chilometri orari, vengono osservati nelle sorgenti con emissione X più debole”.

Questo risultato è stato ottenuto nell’ambito del progetto WISSH, che studia i quasar più luminosi dell’universo conosciuto, per capire cosa avviene nei nuclei e il funzionamento nonché il ruolo che i venti di materia calda hanno nel sistema galassia/buco nero.

La sfida per gli scienziati è comprendere se sia l’emissione debole di raggi X a provocare i venti veloci o, al contrario, se questi siano la causa dell’emissione X indebolita.

Fonte video: www.eso.gov