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Zaia promette tamponi per tutti: così Vo' posto più sano d'Italia

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Roma, 16 mar. (askanews) - Il Veneto punta al modello "tamponi per tutti", anche sui passanti. L'obiettivo è quello di tracciare chiunque sia positivo al Covid-19, in particolare le persone cosiddette "asintomatiche", che non rimanendo isolate continuano a diffondere il virus. Una strategia che s...

Roma, 16 mar. (askanews) – Il Veneto punta al modello “tamponi per tutti”, anche sui passanti. L’obiettivo è quello di tracciare chiunque sia positivo al Covid-19, in particolare le persone cosiddette “asintomatiche”, che non rimanendo isolate continuano a diffondere il virus. Una strategia che sembra avere funzionato in Corea del Sud, dove le autorità hanno testato centinaia di migliaia di persone e hanno poi controllato i loro spostamenti tramite i telefonini e la tecnologia satellitare.

Con 2743 positivi, 498 ricoverati, 156 in terapia intensiva (più 20 da ieri) e 69 decessi al bollettino della Regione del 16 marzo, in diretta Facebook dalla protezione civile di Marghera (Venezia), il governatore del Veneto Luca Zaia ha annunciato di voler passare dagli attuali 3.210 tamponi al giorno a 11.330:

“La partita dei tamponi è per noi irrinunciabile, mi spiace che ci sia qualcuno che dice che stiamo sbagliando tutto, ma noi ce ne strafreghiamo”.

E Vo’, il paese in provincia di Padova di 3.000 abitanti circa diventato subito zona rossa, vale ora come esempio virtuoso:

“Vo’ è la prova provata che il sistema dei tamponi funziona, se riuscissimo a fare i tamponi a tutti, ma non ci riusciremo mai. Vo’ ha avuto i primi due casi abbiamo fatto i tamponi a tutti su mia volontà, perché i professoroni dicevano che era sbagliato, abbiamo fatto 3.000 tamponi, alla fine della contabilità sono tati 66 casi positivi, di gente che non c’entrava niente con i primi due contagiati. I 66 li abbiamo isolati per 14 giorni, alla fine abbiamo portato a casa 6 positivi. Ora Vo’ è il posto più sano d’Italia”.

“Evitate confronti tra i modelli, perché tutti i modelli sono validi, quello di Johnson che io non condivido è un modello scientifico, che è quello dell’immunità di gregge, muoiono quelli che devono morire, ma noi a queste stragi non vogliamo partecipare. Un signore mi ha detto: ‘lei dovrebbe fare come Johnson’, io gli ho detto ‘si trasferisca la residenza, lei è nel posto sbagliato'”, ha concluso Zaia.