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Lo sfogo di un esercente romano: "Conte ci devi dare i soldi"

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Roma, 28 apr. (askanews) - Il proprietario di un bar di Roma (zona San Paolo) ha postato un video di protesta, sul gruppo Facebook "La voce dei locali di Roma", per raccontare la situazione in cui si trova, lui come molti altri colleghi, a causa delle restrizioni dovute all'emergenza coronavirus. ...

Roma, 28 apr. (askanews) – Il proprietario di un bar di Roma (zona San Paolo) ha postato un video di protesta, sul gruppo Facebook “La voce dei locali di Roma”, per raccontare la situazione in cui si trova, lui come molti altri colleghi, a causa delle restrizioni dovute all’emergenza coronavirus. Racconta di avere aperto la sua attività, un locale di 70 mq, l’8 di febbraio e un mese esatto dopo di essere stato costretto a chiudere.

“Come tanti ho aperto la serranda per venire a fare i dovuti controlli, dei frigoriferi, dei freezer, per vedere quello che è da buttare e quello che è rimasto all’interno del bar, e che mi trovo? Mi trovo 2.000 euro di bollette da pagare, Acea, Tim, gas, tutto quanto, come se io fossi aperto. Io è dal 9 (marzo) che sono chiuso, come tanti di voi non hanno mai percepito un euro, né io, né i miei due dipendenti che ho messo sotto cassa integrazione, ancora oggi (24 aprile, ndr) non si è visto un euro”

“Lavorare con le restrizioni a due metri di distanza, significa che io non lavoro: quindi ti chiedo Conte ‘dammi i soldi’ per poter non lavorare, perché non mi metti nelle condizioni di lavorare, ho sempre pagato le tasse, per 20 anni, sono sempre stato un libero professionista, un imprenditore, ho sempre pagato tasse, contributi, tutto quello che c’era da pagare, per sostenere voi, per pagare i vostri stipendi, da una vita”

“I miei dipendenti li dovrei far stare a casa, io dovrei lavorare da solo, queste (le bollette) sono uguali, l’affitto del negozio è uguale, non voglio aprire e tu Conte mi devi dare i soldi, mi devi dare i soldi, come ho fatto io da una vita e come farò sempre finché sarò libero professionista o imprenditore”, ha concluso il proprietario del bar, ricordando di essere una start-up e di non poter ricevere finanziamenti o lasciare il conto in banca scoperto.

Questa sera, 28 aprile, alle 21 è in programma l’iniziativa di protesta nazionale dei ristoratori “Risorgiamo Italia”: riaprire simbolicamente per una sera con insegne accese e tavolino apparecchiato, per attirare l’attenzione su uno dei settori che non vede la luce in fondo al tunnel dell’emergenza coronavirus, mentre nel dpcm di aprile si prevede la riapertura per ristoranti, bar e pasticcerie dal 1 giugno.

(Fonte Facebook: Alessia Pennacchi)