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Fase 2, Card. Bassetti: a messa scambio di pace con lo sguardo

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Roma, 16 mag. (askanews) - "Le mascherine, i contatti ridotti possono essere letti simbolicamente, come un invito a riscoprire la forza dello sguardo", in particolare al momento dello scambio del segno di pace. Lo spiega il Cardinale presidente della Cei in un videomessaggio in vista della ripresa...

Roma, 16 mag. (askanews) – “Le mascherine, i contatti ridotti possono essere letti simbolicamente, come un invito a riscoprire la forza dello sguardo”, in particolare al momento dello scambio del segno di pace. Lo spiega il Cardinale presidente della Cei in un videomessaggio in vista della ripresa delle celebrazioni con il popolo lunedì prossimo dopo la firma di un protocollo col Governo, sottolineando che “dovremo usare tutti quegli accorgimenti che diventano una forma di amore e di rispetto per gli altri”.

“Il periodo che abbiamo vissuto, certo, non è privo di significato: la nostra sofferenza, il dover restare chiusi a casa, e qui penso in particolare alle famiglie numerose, con tanti bambini. Ma, come ho potuto sperimentare, in tante nostre famiglie non sono mancati la preghiera, l’ascolto attento della Parola di Dio e quel servizio, soprattutto alle persone più anziane, che diventa autentica carità”.

“Però, per la salute della nostra anima – l’Eucaristia è innanzitutto salvezza dell anima – ma anche per quella del nostro corpo, dovremo usare tutti quegli accorgimenti che diventano una forma di amore e di rispetto per gli altri. Le mascherine, i contatti ridotti possono essere letti simbolicamente, come un invito a riscoprire la forza dello sguardo. Se avete notato, durante la Messa delle 7, il Santo Padre non ha mai mancato di dire: ‘Scambiatevi un segno della pace’. Qualcuno gli ha detto che non ci si può scambiare il segno della pace, ma il Papa ha risposto che non ci si può scambiare la pace avvicinandosi e dandosi la mano, ma lo si può fare anche a distanza con un sorriso, uno sguardo dolce e benevolo, che diventano un modo di comunicare pace, gioia e amore. E così, pur restando a debita distanza, cercheremo di scambiarci la pace”.

“Lodiamo e ringraziamo il Signore perché siamo di fronte ad un evento grande e importante: la prima Domenica che ci ritroveremo insieme, cantiamo – io lo farò e lo propongo a tutti – il Te Deum che diventa il nostro inno, la nostra lode perfetta alla Santissima Trinità perché tutto ci viene dal cuore di Dio. Grazie, buona festa”.