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Via libera ad Immuni fra le polemiche. Come funziona l'app

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Milano, 3 giu. (askanews) - Finalmente è disponibile Immuni, l'app annunciata settimane fa dal governo per avvisare tempestivamente i cittadini entrati in contatto con un positivo al coronavirus. Dopo il via libera del Garante della privacy, l'app è ora disponibile nei negozi online dei sistemi...

Milano, 3 giu. (askanews) – Finalmente è disponibile Immuni, l’app annunciata settimane fa dal governo per avvisare tempestivamente i cittadini entrati in contatto con un positivo al coronavirus.

Dopo il via libera del Garante della privacy, l’app è ora disponibile nei negozi online dei sistemi Android e iOs. Per ora non è attiva, si può solo scaricare, poi dall’8 giugno, partiranno i primi test, ma solo in 4 regioni: Puglia, Abruzzo, Marche e Liguria.

In 24 ore è stata scaricata da 500mila persone ed è stata anche oggetto di un fuoco di fila di polemiche. A partire dal fatto che non è per tutti: bisogna avere uno smartphone abbastanza recente, soprattutto se Apple: è compatibile infatti con sistema operativo iOS 13.5 o superiore (non funziona sull’iPhone 6 dunque, ma sul 6S sì), mentre per Android serve la versione 6.0.

I realizzatori sono poi caduti su un banale cliché: in una delle slide esplicative sul sito compariva una donna rappresentata come madre, con in braccio un bambino e un uomo al lavoro al computer. Ma è durato poco, l’immagine è stata modificata e i ruoli invertiti.

Ma come funziona? Si installa l’app e si configurano regione e provincia. Da quel momento Immuni, tramite bluetooth, che dunque va tenuto sempre acceso, dialogherà con gli altri smarpthone che l’hanno installata quando li incrocia, scambiando codici alfanumerici anonimi. Se una persone risulta positiva e decide di segnalarlo all’app, grazie a quei codici verranno avvisate con una notifica tutte le persone entrate in contatto col positivo nei giorni precedenti. Non c’è niente di obbligatorio, ogni passaggio è volontario.

L’app non raccoglie dati personali di alcun genere come nome, cognome, numeri in rubrica o posizione, visto che non usa la geolocalizzazione. L’aspetto privacy resta un tema sentito, che sarà approfondito con la prova sul campo, insieme all’altra grande incognita: dopo aver tracciato la persona positiva, la capacità di testare i contatti con un tampone tempestivo.