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Fosse comuni a Tarhuna, la città libica sottratta ad Haftar

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Milano, 11 giu. (askanews) - Fosse comuni a Tarhuna, la città libica sottratta, nell'operazione Vulcano di rabbia, al controllo di Khalifa Haftar dalle forze del governo di Tripoli. Attivisti citati dal Libya Observer parlano del ritrovamento di più di 200 cadaveri in fosse comuni. Questi i film...

Milano, 11 giu. (askanews) – Fosse comuni a Tarhuna, la città libica sottratta, nell’operazione Vulcano di rabbia, al controllo di Khalifa Haftar dalle forze del governo di Tripoli. Attivisti citati dal Libya Observer parlano del ritrovamento di più di 200 cadaveri in fosse comuni. Questi i filmati diffusi in questi giorni che dimostrano l’orrore di altri 106 cadaveri – anche donne e bambini – nell’obitorio dell’ospedale di Tarhuna.

Intanto a livello diplomatico il Segretario di Stato americano Mike Pompeo ha accolto con favore la ripresa dei colloqui condotti dalle Nazioni Unite tra le parti in guerra e ha sollecitato negoziati rapidi per raggiungere un cessate il fuoco. Ma secondo la Turchia gli Stati Uniti devono svolgere un ruolo più attivo in Libia, sia nel raggiungimento di un cessate il fuoco che nei colloqui politici.

Il risiko di alleanze è complesso. Il presidente Usa Donald Trump in queste ore ha sentito al telefono i leader turco ed egiziano. La Turchia sostiene Fayez al Serraj, le cui forze hanno respinto nelle ultime settimane l’attacco durato 14 mesi a Tripoli da parte dell’esercito nazionale libico (LNA) di Khalifa Haftar, che in base a indiscrezioni dell’Independent sarebbe stato truffato da mercanti d’armi occidentali in questi anni, perdendo milioni di dollari.

Haftar è sostenuto da Emirati Arabi Uniti, dall’Egitto e dalla Russia, che però rivendica equidistanza. Mentre Washington ha affermato di opporsi all’offensiva di Haftar pur non sostenendo Serraj e criticando il coinvolgimento russo con Haftar.