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Todde: smartworking, nuova normalità. Ma servono investimenti

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Milano, 11 giu. (askanews) - Il lavoro agile come patto di fiducia tra aziende e lavoratori che offre l'opportunità di aumentare efficienza e risultati; ma è uno strumento che va sostenuto dal punto di vista infrastrutturale per diventare una nuova normalità. E' quanto ha argomentato il sott...

Milano, 11 giu. (askanews) – Il lavoro agile come patto di fiducia tra aziende e lavoratori che offre l’opportunità di aumentare efficienza e risultati; ma è uno strumento che va sostenuto dal punto di vista infrastrutturale per diventare una nuova normalità.

E’ quanto ha argomentato il sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico Alessandra Todde, intervenuta webinar dedicato proprio al ruolo dello smart working nellera del dopo Covid, e organizzato dalla Cassa di previdenza dei Ragionieri e degli Esperti contabili. “Dobbiamo investire sempre di più in infrastrutture digitali e banda larga – ha detto il sottosegretario – perché lo smartworking non è soltanto una reazione all’emergenza, ma rappresenta una modalità di lavoro che commentare l’efficienza delle aziende della pubblica amministrazione. La creazione di questo patto di fiducia tra aziende e lavoratori costringe ad essere organizzati e fa diminuire la discrezionalità nell’approccio al lavoro permettendo alle aziende la focalizzazione sugli obiettivi e non solo sul controllo dei risultati. Sono convinta che lo smart working debba essere la nuova normalità”.

Ma accanto agli investimenti in tecnologia, per rendere lo smartworking una normalità non legata all’emergenza. servono anche strumenti giuridici e soprattutto un cambiamento culturale da parte di imprese e lavoratori, come ha sottolineato Elbano de Nuccio presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Bari. “Il Covid ha di fatto modificato i modelli organizzativi all’interno delle imprese e anche degli studi professionali attraverso lo smartworking – ha detto de Nuccio – Questo va sicuramente incontro alle esigenze di flessibilità del lavoro, e impatta anche in termini di efficienza e riduzione dei costi aziendali. Ma deve essere accompagnato necessariamente anche da un cambiamento culturale. Lo smartworking non vuol dire lo svolgimento da remoto di attività lavorativa in maniera autonoma e non controllata. Nei paesi anglosassoni esiste un modello affiancato allo smartworking che inquadra il lavoro da remoto dando conto dei risultati conseguiti. Ed è quello che va fatto anche nel nostro Paese per rendere efficace d efficiente questo modello organizzativo che ormai ha ampia applicazione”.

La professione dell’esperto contabile ha nella digitalizzazione un asset importante, esaltato , per molto aspetti, proprio nel periodo di emergenza riuscendo a garantire consulenza e prestazioni grazie alla messa in rete sia dei sistemi gestionali delle imprese sia dei diversi altri interlocutori dei professionisti e delle istituzioni. La nuova normalità, dunque, sta già prendendo forma. “Il lavoro agile, che in Italia normato dal 2017, consente alla nostra professione di mettere in campo delle risorse per relazionarsi non solo con il proprio personale, ma per relazionarsi con i clienti con i fornitori dello studio al fine di poter migliorare la produttività – ha concluso

il presidente dell’Istituto nazionale degli Esperti contabili, Giuseppe Scolaro

E gestendo, in sicurezza, un periodo che non sarà più l’emergenza, ma che diventerà una nuova forma organizzativa del lavoro e che consentirà probabilmente anche dell’economie e sotto il profilo della gestione degli spazi e dei costi connessi alle strutture dell’ufficio”.