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Napoli, chirurgo Della Volpe: così ho ridato l'udito alla bimba

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Napoli, 16 giu. (askanews) - All'ospedale Santobono-Pausilipon di Napoli una bimba abruzzese di 4 anni, con una grave malformazione congenita all'orecchio, ha riacquistato l'udito grazie a una complessa operazione chirurgica che ha utilizzato una ricostruzione in 3D dell'osso temporale su cui è s...

Napoli, 16 giu. (askanews) – All’ospedale Santobono-Pausilipon di Napoli una bimba abruzzese di 4 anni, con una grave malformazione congenita all’orecchio, ha riacquistato l’udito grazie a una complessa operazione chirurgica che ha utilizzato una ricostruzione in 3D dell’osso temporale su cui è stato innestato l’impianto cocleare.

L’intervento, senza precedenti, è stato eseguito dall’Unità di Chirurgia protesica della sordità Infantile dell’ospedale campano, diretta da Antonio della Volpe.

“Avendo una grave malformazione dell’orecchio esterno e dell’orecchio medio – ha spiegato il chirurgo – la chirurgia era abbastanza rischiosa perché nella squama del temporale sono presenti strutture nobili molto importanti dell’orecchio, alloggiati nella teca cranica a livello della fossa cranica media quindi aprire l’osso temporale per alloggiare la protesi cha abbiamo messo poteva esporre al rischio di ledere strutture anatomiche come il facciale, il seno laterale o la meninge. Quindi noi abbiamo utilizzato questa tecnica di ricostruzione in 3D della squama del temporale della bambina, in modo da ottenere un modellino sul quale abbiamo simulato l’intervento, valutando dove alloggiare la protesi, senza far correre rischi alla bambina”.

La simulazione è stata resa possibile grazie a una Tac in 3D della zona interessata dall’intervento, coma ha spiegato ad askanews l’ingegnere biomedico Luigi Luppariello.

“Qui potete vedere le ricostruzioni tridimensionali che abbiamo condotto dove si vede l’area che abbiamo individuato per il posizionamento e la stampa 3D del modello sul quale abbiamo individuato i 2 punti migliori dell’impianto. Questi sono i punti di inserzione del foro che il chirurgo compie, perché la vite ha circa 3 mm di lunghezza per cui bisognava calcolare esattamente lo spessore osseo disponibile”.

“Stiamo parlando di microchirurgia – ha aggiunto il professor Della Volpe – l’intervento viene effettuato col microscopio con l’utilizzo di trapani ad altissima velocità a 80mila giri, quindi stiamo parlando di spazi estremamente ristretti in cui avere una pianificazione pre-operatoria estremamente affidabile permette al chirurgo di operare in tutta tranquillità”.