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Campus Peroni con la Raccolta dell'Orzo punta sulla formazione

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Roma, 3 lug. (askanews) - Promuovere e sostenere la cultura della qualità e della sostenibilità in ambito agricolo e cerealicolo, attraverso iniziative di formazione dedicate agli studenti universitari dei Dipartimenti di Scienze Agrarie degli Atenei dell'Università di Teramo, Perugia, Firenze,...

Roma, 3 lug. (askanews) – Promuovere e sostenere la cultura della qualità e della sostenibilità in ambito agricolo e cerealicolo, attraverso iniziative di formazione dedicate agli studenti universitari dei Dipartimenti di Scienze Agrarie degli Atenei dell’Università di Teramo, Perugia, Firenze, Padova, Salerno e della Tuscia, che hanno aderito al progetto.

E’ questo l’obiettivo di Campus Peroni, che non si ferma (come non si è mai fermata la produzione Peroni) e dopo i mesi di lockdown, in cui le attività sono andate avanti via web, ha inaugurato la stagione di Raccolta dell’Orzo. Un appuntamento fisso per tutti i protagonisti della filiera Birra Peroni, che si è svolto presso la Società Agricola Pallavicini Mori a Roma.

La Raccolta è stata l’occasione per fotografare lo stato dell’arte degli investimenti che l’azienda birraria – attiva da oltre 170 anni – sta attuando su tutta la filiera, compresa la Malteria Saplo, partner di Campus Peroni, che produce Malto 100% italiano, ingrediente fondamentale delle birre Peroni. L’amministratore delegato di Birra Peroni, Enrico Galasso:

“Campus Peroni è una iniziativa che mette insieme varie realtà, dall’agricoltura alla ricerca all’industria della trasformazione per creare una filiera integrata italiana dell’orzo. In questo ambito Peroni ha investito e investirà in futuro, sia sulla capacità produttiva ma anche sulla sostenibilità di questa filiera. Solo nei prossimi tre anni investiremo 5 milioni nella nostra malteria che si vanno ad aggiungere agli altri investimenti dell’azienda sempre legati alla sostenibilità”.

Campus Peroni rappresenta dunque un modello virtuoso e punto di collegamento tra il mondo della filiera, il mondo della trasformazione, quello della formazione e della ricerca. Al centro ci sono innanzitutto le persone. Ancora Galasso: “Quando parliamo di Peroni le persone sono assolutamente al centro del nostro progetto e delle nostre iniziative. Vale per i nostri dipendenti e per i 1500 agricoltori che coltivano l’orzo, poi trasformato nella nostra malteria, ma anche per i 100 agricoltori che coltivano il mais e lo trasformano nei mulini”.

E per la filiera Birra Peroni il Lazio è una Regione fondamentale in quanto simbolo di questo processo produttivo virtuoso che nasce e si conclude interamente nello stesso territorio. 600 le aziende coinvolte, il 29,7% del totale. L’assessore all’Agricoltura, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Ambiente e Risorse Naturali della Regione Lazio, Enrica Onorati:

“Tanta crescita, tanta innovazione, tanta ricerca, con tutti i partner che permettono davvero il raggiungimento di questa eccellenza formativa che è il Campus Peroni, come si sta evidenziando negli anni. Dunque un plauso a questa iniziativa e a questa giornata tutti insieme”.

Agli organizzatori ed ai partecipanti all’evento Campus Peroni, e a Birra Peroni, è arrivato anche il sostegno, attraverso un videomessaggio, del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Teresa Bellanova: “Mai come in questo caso i numeri che vi caratterizzano sono significativi: oltre 1500 aziende agricole di orzo coinvolte, circa 17 mila ettari di terreno in 7 regioni. Oltre 55 mila tonnellate di raccolto. Un vero e proprio sistema come avete sottolineato nel presentare il completamento del nuovo progetto all’interno dello stabilimento produttivo di Roma con l’avvio dei nuovi impianti per la produzione della birra Asahi super premium più venduta in Giappone”.

Ma Campus Peroni vuol dire anche formazione, nel trasferimento delle conoscenze e nell’agricoltura di precisione. Fondamentale allora il rapporto con il mondo accademico, come conferma il professor Raffaele Casa, dell’Università della Tuscia: “Noi insegniamo le tecnologie sperimentali ma spesso i ragazzi pensano che siano cose legate solo al mondo universitario e non qualcosa invece che poi in realtà anche le aziende private portano avanti. Io insegno questa materia e considero molto importante che gli studenti si possano rendere conto vedendo i loro colleghi laureati coinvolti in attività di sperimentazione quanto sia determinante apprendere anche questi aspetti della metodologia sperimentale”.