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Bombacigno (Bnp-Paribas): nuovi modelli di business, è la Csr 3.0

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Milano, 17 lug. (askanews) - Dalla responsabilità d'impresa "prima maniera" - fatta di compensazioni, con donazioni o iniziative solidali, dell'impatto dell'impresa sulla società - a quella della fase due, scandita da una serrata evoluzione regolamentaria e dalla conseguente reportistica; fino...

Milano, 17 lug. (askanews) – Dalla responsabilità d’impresa “prima maniera” – fatta di compensazioni, con donazioni o iniziative solidali, dell’impatto dell’impresa sulla società – a quella della fase due, scandita da una serrata evoluzione regolamentaria e dalla conseguente reportistica; fino alla Csr 3.0: BNL BNP Paribas – il gruppo bancario francese con una radicata presenza in Italia – ha scelto di accelerare con decisione su quest’ultima evoluzione del concetto Csr, affrontando non senza complessità una serie di cambiamenti profondi nel proprio modo di essere impresa finanziaria.

Mauro Bombacigno, responsabile della direzione Engagement di BNL e BNP Paribas in Italia, spiega così – per il Salone della Csr e dell’innovazione sociale – il significato di questa scelta: “Per noi Csr 3.0 vuol dire rimodellare l’offerta bancaria – spiega Bombacigno – Faccio un paio di esempi: operiamo finanziamenti alle aziende il cui costo non è più indicizzato alle performance finanziarie, come è stato fino a oggi, ma seguirà il raggiungimento di obiettivi di tipo ambientale o sociale. Quindi un’azienda virtuosa avrà un beneficio economico: pagherà meno il costo del finanziamento. In alcuni settori daremo molte risorse; quelle stesse risorse che abbiamo tolto dai settori non sostenibili. E questo renderà possibili nuovi progetti, renderà accessibile danaro a iniziative che prima soffrivano di scarsità di risorse finanziarie per poter essere messe a punto”.

La responsabilità sociale d’impresa diventa quindi il valore fondante del fare impresa: per le aziende di qualunque settore si tratta di una vera e propria rivoluzione che prima che sui prodotti, impone cambiamenti nella mentalità stessa della governance.

“Ed è per questo che abbiamo fatto entrare le persone che si occupano di engagement, quindi coloro che si occupano di tutti gli aspetto di sostenibilità, nel Comitato di Direzione, sia a livello di gruppo sia a livello delle entità italiane – conferma il responsabile della direzione Engagement di BNL BNP Paribas – Questo è importantissimo perché entrando in quel gruppo di persone che prendono decisioni strategiche non solo si può influire per rendere le decisioni coerenti con queste tematiche, ma si può anche avere una visione completa della banca . La bellezza di questa evoluzione della Csr è che si passa da una logica di reportistica di manager che prendono atto e descrivono cosa l’azienda ha fatto, un’ottica totalmente strategica che influenzerà non solo le scelte di business, ma il posizionamento stesso dell’azienda nel futuro questione di sopravvivenza a lungo termine”.

Il cambiamento è stato avviato, ma i risultati? Parlare di responsabilità di impresa vuol dire comunque attendere risultati solo nel lungo periodo? E come reagiscono, intanto, gli azionisti che vedono il conto economico influenzato da scelte come quelle, per esempio, di non finanziare più interi settori come il tabacco?

“No, non bisogna aspettare tanto tempo. Sapendo che gli effetti concreti di queste scelte saranno più nel lungo periodo, già si misureranno sul breve periodo, perché verrà premiata la coerenza e la consistenza delle decisioni quotidiane prese ora con questa visione – prosegue Bombacigno – E tutto questo non necessariamente andrà a detrimento dei risultati di breve periodo. Gli azionisti, i “nuovi” azionisti come li chiamiamo noi, hanno già incorporato questa visione per cui premieranno o non premieranno l’azienda anche secondo la coerenza delle scelte nel lungo periodo”.

L’emergenza virus che ha segnato il 2020, stravolgendo le attività quotidiane e quindi anche la vita delle imprese, che effetti avrà sulle scelte strategiche delle aziende in termini di sostenibilità? “Ciò che è accaduto nel 2020 in termini di sostenibilità, e di consapevolezza su queste tematiche, sta avendo un effetto dirompente, positivo. Ci si sta purtroppo, e lo dico ovviamente con tutto il dolore possibile, rendendo conto che certe cose accadono; e che probabilmente sono anche figlie di un modello di sviluppo che magari necessita di correzioni. Quello che sta avvenendo adesso è che tutti noi, contemporaneamente, stiamo ridisegnando il nostro piano industriale, il nostro business-plan di lungo termine. Nessuno si può permettere di pensare che si ricomincerà da dove ci siamo fermati. E questo dà un’opportunità unica di ripensare con una prospettiva di sostenibilità di lungo termine l’intero modello di business della propria attività. Quindi un’occasione storica, nella negatività della situazione, per il futuro. E dall’altra parte questo si sta incrociando con la consapevolezza sempre maggiore che infrastrutture sostenibili, nuove modalità di ripensamento della intera infrastruttura italiana ed europea può portare a posti di lavoro nuovi, business nuovi cose nuove che non sono la continuazione del passato”.

Dallo shock del coronavirus è dunque possibile intravedere una occasione per costruire modelli e dinamiche sociali e economiche più virtuosi. Ma non è un eccesso di ottimismo? “Nella negatività di quello che sta succedendo, serve consapevolezza che se non vengono prese azioni radicali, coerenti e sostanziali avremo uno tsunami nuovo ancora più forte che si chiamerà climate change con un grave impatto sia ambientale, ma direi soprattutto sociale – conclude Mauro Bombacigno – Questa consapevolezza rimodellerà il modo di pensare delle aziende, le decisioni aziendali, e probabilmente anche le aggregazioni fra aziende saranno dettate da tematiche di sostenibilità. Vedo un cambiamento, drastico, in positivo, da questo punto di vista”.

( luca.ferraiuolo@askanews.it )