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Raggiunto lo storico accordo sul Recovery Fund

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Milano, 21 lug. (askanews) - Un po' è servita la strategia olandese del tenere sotto scacco gli altri 22 Paesi, ponendo veti sul Recovery Fund e facendo infuriare persino Angela Merkel ed Emmanuel Macron. Un po' no. I Paesi cosiddetti "frugali" - Olanda, Austria, Svezia e Danimarca più la Finlan...

Milano, 21 lug. (askanews) – Un po’ è servita la strategia olandese del tenere sotto scacco gli altri 22 Paesi, ponendo veti sul Recovery Fund e facendo infuriare persino Angela Merkel ed Emmanuel Macron. Un po’ no. I Paesi cosiddetti “frugali” – Olanda, Austria, Svezia e Danimarca più la Finlandia – incassano un lauto incremento sul bilancio, 7,8 miliardi, in questa intesa che mette d’accordo tutti almeno sul suo essere storica e sull’avere rafforzato l’Unione Europea.

E anche sul fatto che sia stato un lavoro durissimo, come nota il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel:

“L’Europa è forte e soprattutto l’Europa è unita. Abbiamo raggiunto un accordo sulla ripresa e sul bilancio europeo, che naturalmente è stato un negoziato difficile in tempi molto difficili per tutti gli europei”.

Il 53enne premier olandese Mark Rutte – in questo caso nel ruolo del “cattivo” ma chiaro protagonista della trattativa – ha bloccato alcune speranze italiane e ottenuto benefici, compresi i margini sulle attività doganali che per chi detiene il primo porto d’Europa come i Paesi bassi, non è male.

Ma per quanto riguarda il freno d’emergenza per decisioni sui piani nazionali di riforma e sugli esborsi agli Stati, il tema sul quale i 27 hanno litigato per giorni, i frugali hanno dovuto recedere. Mentre il presidente del consiglio Giuseppe Conte la spunta, sottolineando: “l’obiettivo è stato raggiunto”.

Un bel sospiro di sollievo dopo che nella notte, lo scontro tra Rutte e Conte aveva fatto interrompere la plenaria.

E l’asse franco-tedesco ne esce rafforzato e soddisfatto. La cancelliera tedesca Angela Merkel spiega:

“In questo modo abbiamo gettato le fondamenta della base finanziaria dell’Unione europea per i prossimi sette anni e allo stesso tempo abbiamo fornito una risposta alla più grande crisi che l’UE abbia affrontato dalla sua creazione”.

Già perchè l’accordo non è soltanto sul pacchetto anti crisi ma pure sul bilancio sino al 2027: 750 miliardi di euro (di cui 390 per sovvenzioni a fondo perduto e 360 per prestiti) raccolti sul mercato con la più grande emissione obbligazionaria comunitaria mai fatta nella storia europea e un bilancio a quota 1.074 miliardi per sette anni. Complessivamente per la risposta anticrisi, all’Italia andranno 209 miliardi, di cui 81 miliardi a fondo perduto e 127 in prestiti.

La Spagna, altro Paese duramente colpito dalla crisi del Covid-19, riceverà 140 miliardi di euro, di cui 72,7 miliardi a fondo perduto e il rimanente in prestiti. Per la Francia l’accordo rappresenta 40 miliardi di euro che arriveranno per finanziare priorità e rilancio. Il piano di risanamento deve ora affrontare un passaggio potenzialmente difficile attraverso il Parlamento europeo e deve essere ratificato da tutti gli Stati membri