Roma, 17 ago. (askanews) – Oltre 300 persone sono risultate positive dopo un maxi-raduno di migliaia di fedeli di una chiesa protestante a Seoul: ad annunciarlo sono state le autorità della Corea del Sud, dopo la comparsa di focolai di contagio da Covid-19 legati alle comunità religiose.
Finora, la Corea del Sud è riuscita a tenere sotto controllo l’epidemia di coronavirus attraverso una strategia molto ampia di test e tracciamento dei contatti dei contagiati, senza nemmeno imporre il lockdown. Durante il fine settimana, Seoul e la provincia circostante di Gyeonggi, quasi la metà della popolazione della Corea del Sud, hanno rafforzato le restrizioni e vietato le riunioni religiose dopo che sono emersi nuovi casi, facendo temere una seconda ondata dell’epidemia.
Il più grande focolaio di infezioni è nella chiesa di Sarang Jeil a Seoul, guidata da un controverso pastore conservatore che è anche una figura di spicco nelle proteste contro il presidente sudcoreano Moon Jae-in. Finora sono stati registrati 315 casi legati alla chiesa, hanno detto le autorità, e circa 3.400 membri di questa congregazione sono stati messi in quarantena.