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Sereni: da transizione energetica effetti geopolitici positivi

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Trevi, 25 set. (askanews) - "Siamo in un'epoca in cui dobbiamo ripensare al nostro sviluppo, lo dovevamo fare già prima e a maggior ragione lo dobbiamo fare dopo il Covid, che ha provocato una grave recessione e quindi nuove potenziali diseguaglianze. Se vogliamo uscire da questa crisi dobbia...

Trevi, 25 set. (askanews) – “Siamo in un’epoca in cui dobbiamo

ripensare al nostro sviluppo, lo dovevamo fare già prima e a

maggior ragione lo dobbiamo fare dopo il Covid, che ha provocato

una grave recessione e quindi nuove potenziali diseguaglianze. Se

vogliamo uscire da questa crisi dobbiamo puntare tutte le nostre

carte su uno sviluppo sostenibile e una componente essenziale

dello sviluppo sostenibile è la transizione energetica, verso

energie rinnovabili, energie pulite e decarbonizzazione. Una vera

e propria rivoluzione culturale ed economica che può avere anche

un effetto positivo in termini geopolitici”.

Lo ha sottolineato ad askanews Marina Sereni, viceministro degli

Esteri e della Cooperazione Internazionale, riassumendo il suo

intervento in apertura dell’edizione 2020 delle Giornate di Trevi

sull’energia promosse da WEC e Globe Italia, dedicate alla

transizione sostenibile.

“Le fonti fossili – ha aggiunto Marina Sereni – sono limitate e

quindi proprio sulla loro limitatezza si costruiscono conflitti e

tensioni internazionali, come abbiamo in questo momento nel

Mediterraneo orientale. Siamo sollevati, perchè abbiamo accolto

con favore l’annuncio di un dialogo tra Turchia e Grecia nei

prossimi giorni, ma certamente le risorse energetiche fossili

essendo limitate sono terreno di conflitti e tensioni. Le energie

rinnovabili viceversa possono servire anche per garantire più

sicurezza, più stabilità e più pace in un’area come il

Mediterraneo”.

Per Sereni “dovendo lavorare con i nostri partner della sponda

Sud del Mediterraneo, questo rappresenta una grande opportunità

per loro e per noi, liberando loro dalla dipendenza da petrolio e

gas, da questa monocultura economica, ma liberando anche noi per

poter costruire insieme uno sviluppo più sostenibile che crea

opportunità di lavoro. Pensiamo alle crisi che stanno

attraversando adesso molti paesi della sponda sud del

Mediterraneo, crisi sociali ed economiche che riguardano molti

giovani preparati: lo sviluppo delle nuove tecnologie e delle

tecnologie pulite per l’idrogeno, per l’elettrificazione, la

digitalizzazione sono frontiere innovative che possono creare

opportunità di sviluppo, di lavoro e anche di maggiore sicurezza

e opportunità di pace per tutta l’area”.

Red