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Tpl, Mongelli (FAISA CISAL): serve programmare per non rincorrere

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Milano, 15 ott. (askanews) - Coinvolgere i sindacati nella ricerca delle soluzioni migliori per il sistema del trasporto pubblico in un momento come quello attuale di piena emergenza, con il rientro a scuola e le imprese impegnate a pieno regime. Lo chiede il Segretario Generale della FAISA CISAL,...

Milano, 15 ott. (askanews) – Coinvolgere i sindacati nella ricerca delle soluzioni migliori per il sistema del trasporto pubblico in un momento come quello attuale di piena emergenza, con il rientro a scuola e le imprese impegnate a pieno regime. Lo chiede il Segretario Generale della FAISA CISAL, Mauro Mongelli, all’indomani della riunione tra ministero dei Trasporti, Regioni, Enti Locali ed Aziende sulla gestione del trasporto pubblico in questa fase di crescita dei contagi da Covid-19.

“E’ necessario che tutti i portatori di interesse siano coinvolti nella ricerca e nella elaborazione di soluzioni possibili, in maniera di sistema non solo nel momento dell’emergenza. Noi attendiamo una convocazione da parte del ministero dei Trasporti e quindi un coinvolgimento dieretto di tutte le parti sociali, insieme ad aziende ed enti locali. Tutti coloro che dal semplice ascolto possono portare una soluzione. Sia a livello nazionale e regionale per poter confermare che questo sistema di trasporti è sicuro, e la gente può viaggiare in maniera sicura”.

Secondo Mongelli, sono innumerevoli le criticità del TPL da superare sia a livello di sistema sia a livello della contingenza: ad esempio il tema della sicurezza per gli utenti e per il personale dei mezzi di trasporto. Per la garantirla è fondamentale adeguare le risorse. Lo slogan Faisa Cisal, “Programmare per non rincorrere”, non è mai stato tanto di attualità quanto in questo periodo, ha spiegato.

“In queste ore si discute dei limiti di riempimento. 80 o 50? Il sindacato aveva posto in passato osservazioni di sistema: con le indicazioni del comitato tecnico scientifico, che pongono il distanziamento, il lavaggio delle mani, per il trasporto pubblico locale è fondamentale il distanziamento. Col 50 viene rispettato. Passare da settembre ad oggi ad un limite dell’80 per cento ha posto un problema. Entrambi rappresentano dei problemi importanti rispetto al controllo: se è affidato all’individualità e al buon senso in queste ore l’italiano medio sta dimostrando di non avere buon senso. Laddove non c’è una sanzione tutto è lasciato al libero arbitrio. Questo genera un altro tema, quello delle aggressioni al personale che provano a far rispettare queste norme. Trasformando questi luoghi protetti in luoghi in cui non viene garantita la sicurezza”

“L’80 per cento sicuramente rispetta le esigenze delle imprese ma non garantisce il distanziamento. Il 50 per cento presenta un altro problema, quello dei mancati introiti. I mancati introiti non consente lo stesso servizio né di avere a disposizione mezzi e uomini. Il mancato introito è la fonte di sostentamento per le imprese”.

Il piano Colao immaginava un mancato introito di un miliardo e mezzo per le imprese di trasporto italiano. Le risorse messe a disposizione sono poco più della metà. Se si vuole tener conto dell’importanza del settore, secondo Mongelli, bisogna metter mani alle risorse.