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Conte: situazione molto critica, ma non come a marzo

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Milano, 22 ott. (askanews) - La situazione è "molto critica" anche se, torna a sottolineare il premier Giuseppe Conte, illustrando alla Camera il dpcm del 18 ottobre, l'Italia è in una situazione "ben diversa rispetto a quella del mese di marzo". "Non abbiamo mai abbassato la guardia. L'Italia ...

Milano, 22 ott. (askanews) – La situazione è “molto critica” anche se, torna a sottolineare il premier Giuseppe Conte, illustrando alla Camera il dpcm del 18 ottobre, l’Italia è in una situazione “ben diversa rispetto a quella del mese di marzo”.

“Non abbiamo mai abbassato la guardia. L’Italia è stata la nazione che per prima con coraggio, con determinazione ha scelto di assumere misure molto rigorose”.

Massimo coordinamento tra i diversi livelli di governo, collegialità e necessaria condivisione delle scelte, non soltanto con le Regioni: Conte fa un appello alla razionalità e al gioco di squadra, lasciando la porta aperta all’opposizione. In aula ci sono meno di 100 deputati che lo ascoltano, e quattro ministri tra i quali la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e il ministro della Sanità Roberto Speranza.

“I nostri piani prevedono il raddoppio dei posti in terapia intensiva e subintensiva. Il personale sanitario è stato aumnetato di ben 34 mila unità. Senza considerare l’accresciuta capacità di tracciamento e contenimento ed esecuzione dei test diagnostici. Attualmente produciamo 20 milioni di mascherine al giorno, a breve arriveremo a produrne 30 milioni”, ha spiegato il premier.

La nostra economia sta rivelando un’elevata resilienza. E dunque parla di un “rifinanziamento di 5 miliardi di euro un nuovo e ulteriore ciclo della cassa integrazione, prevedendo la gratuità della cassa integrazione per le imprese che hanno registrato perdite oltre una soglia predeterminata”.

Mentre l’esperienza “irripetibile di formazione culturale e umana” della scuola, continuerà in presenza perchè la fondamentale relazione interpersonale oltre alla didattica non deve subire interruzioni, neppure adesso.