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WudRome 2020, a Roma la settima edizione del World Usability Day

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Roma, 11 nov. (askanews) - Smartphone di ultima generazione, app che arrivano a valutare lo stato di salute, la rivoluzione del touch, l'essere sempre connessi. Negli ultimi 15 anni tecnologia, Intelligenza Artificiale e machine learning hanno fatto passi da giganti ma c'è ancora un mondo di poss...

Roma, 11 nov. (askanews) – Smartphone di ultima generazione, app che arrivano a valutare lo stato di salute, la rivoluzione del touch, l’essere sempre connessi. Negli ultimi 15 anni tecnologia, Intelligenza Artificiale e machine learning hanno fatto passi da giganti ma c’è ancora un mondo di possibilità da esplorare.

Dietro al progresso c’è comunque sempre qualcuno che ha pensato all’uso che si sarebbe fatto di una certa tecnologia, uno studio sull’usabilità. E proprio all’usability è dedicata anche una Giornata Mondiale, il World Usability Day, tre giorni no-stop che chiama a raccolta i progettatori del futuro da tutto il mondo e che dal 2014 ha anche una versione italiana: WudRome.

Dall’11 al 13 novembre nella settima edizione italiana, online causa Covid-19, designer, ricercatori, sviluppatori e professionisti della comunicazione si confrontano sul rapporto tra Intelligenza artificiale ed essere umano, la “Human-centered Artificial Intelligence”. Carlo Frinolli, ceo e co-founder di WudRome:

“Ci saranno speaker da tutto il mondo, aziende come Google, Microsoft, Twitter, Eni e altre società italiane che ci parleranno di come stanno usando l’Intelligenza Artificiale in relazione al design, che soluzioni stanno adottando, quali sfide e quali sono le cose di cui dobbiamo tenere conto quando progettiamo queste cose”…

Opportunità o minacce? Rischi o soluzioni? Un tema oggi molto dibattuto. “La sfida oggi è capire cosa succede e dov’è la tecnologia e come la possiamo manipolare: in macchina ad esempio il navigatore già ci dice che forse stiamo andando a casa dandoci il percorso, perché è abituato al nostro comportamento e ha imparato da noi; noi spesso queste cose non le vediamo, ci circondano, sono una parte delle nostre scelte e noi come designer che dobbiamo progettare queste cose dobbiamo capire come rendere questi strumenti utili agli interessi degli umani.

“Le macchine sono strumenti efficienti a fare quello che gli diciamo: se gli diciamo le cose giuste, fanno le cose nel nostro interesse, ma se invece gli diciamo le cose sbagliate ci estingueremo più velocemente di come pensiamo. Questa è una sfida secondo me”.