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Nagorno Karabakh, monastero di Dadivank sotto protezione russa

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Dadivank, 17 nov. (askanews) - Il monastero ortodosso di Dadivank è stato posto sotto la protezione della Russia nell'ambito dell'accordo di pace che ha portato alla fine del conflitto militare tra Armenia e Azerbaigian sulla regione separatista del Nagorno Karabakh. Secondo il portavoce del Min...

Dadivank, 17 nov. (askanews) – Il monastero ortodosso di Dadivank è stato posto sotto la protezione della Russia nell’ambito dell’accordo di pace che ha portato alla fine del conflitto militare tra Armenia e Azerbaigian sulla regione separatista del Nagorno Karabakh.

Secondo il portavoce del Ministero della Difesa russo Igor Konashenkov: “in conformità con il Decreto del Presidente della Federazione Russa del 10 novembre 2020, prosegue il dispiegamento del contingente russo delle forze di mantenimento della pace nel territorio del Nagorno-Karabakh. Nelle aree dell’operazione di mantenimento della pace lungo la linea di contatto delle parti è stato completato il dispiegamento dei posti di osservazione delle forze di pace russe, che monitorano la situazione 24 ore su 24”.

In base a quanto riferito da Konashenkov, “il 15 novembre di quest’anno, 475 rifugiati sono tornati in Nagorno-Karabakh dal territorio della Repubblica di Armenia, accompagnati dalle pattuglie delle forze di pace russe e dalla polizia militare. In totale, dal 14 novembre 2020, 725 persone che avevano precedentemente lasciato il territorio del Nagorno-Karabakh a causa delle ostilità sono tornate ai loro luoghi di residenza.

In accordo con gli accordi raggiunti in Nagorno-Karabakh, continua lo scambio dei corpi dei morti. Viene effettuato sotto il coordinamento delle forze di mantenimento della pace della Federazione Russa e del Comitato internazionale della Croce Rossa. Sono in corso lo sminamento e la pulizia completa dell’area da oggetti esplosivi nel corridoio Lachin. Oggi 1 km di mine sono stati esaminati e bonificati. Strada Stepanakert-Goris, 27 unità di veicoli rotti e danneggiati sono stati rimossi dalla carreggiata e dai bordi delle strade”.