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Diabete, è una necessità che medici generici prescrivano Sglt2

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Roma, 30 nov. (Askanews) - L'8% della popolazione italiana ha problemi di diabete. Secondo i recenti dati della Società Italiana di Medicina generale, 4milioni e mezzo di persone ha quello del tipo 2 che si manifesta non solo in età avanzata ma anche in età giovanile con meccanismi diversi. Il...

Roma, 30 nov. (Askanews) – L’8% della popolazione italiana ha problemi di diabete. Secondo i recenti dati della Società Italiana di Medicina generale, 4milioni e mezzo di persone ha quello del tipo 2 che si manifesta non solo in età avanzata ma anche in età giovanile con meccanismi diversi. Il calcolo non comprende circa un milione e mezzo di persone, che si trova alle soglie del diabete tipo 2 o che non sa di esserlo, perché non ha mai fatto esami. La terapia medica e farmacologica con il passare degli anni è profondamente cambiata. La Metformina era ed è il più importante di tutti i farmaci disponibili. “Non c’è nessun trattamento – spiega il dottor Claudio Cricelli, presidente della società italiana di medicina generale e delle cure primarie – che non comincia dalla Metformina che mette in movimento il metabolismo del corpo e lo aiuta ad utilizzare il glucosio. Il secondo farmaco è l’insulina, e nel tempo sono arrivati gli SGTL2.

“Questi farmaci sono molto importanti, come altri farmaci, nel determinare un risultato proprio sugli organi bersaglio del diabete mellino”

Secondarie, secondo Cricelli, le controindicazioni degli SGTL2, se usati con le indicazioni correnti e facili da spiegare al paziente.

“Al centro non c’è mai il farmaco, al centro ci sono le persone con le sue caratteristiche. Ciascuna terapia è specifica per quella persona, con la capacità del medico e dei pazienti di identificare i comportamenti”.

Durante la pandemia è stato consentito ai medici di medicina generale di ripetere i piani terapeutici in scadenza, “che però non corrisponde alla capacità del medico di prescrivere autonomamente i farmaci. Il principio su cui si fonda la prescrizione di un farmaco è basata sul concetto di conoscenza e competenza. Non si tratta di essere specialisti o meno. Il secondo concetto è che la maggior parte di questi farmaci sono per enormi numeri di persone e devono essere prescritti precocemente; prima si usano meno saranno le complicanze anche gravi. I piani terapeutici non hanno più logica; bisogna dettare buone pratiche d’impiego, ma di spettanza della medicina generale”.

Problemi organizzativi durante la pandemia lamentano da Diabete Italia Onlus per via della chiusura di molti centri. Rita Lidia Stara, presidente della Federazione, dice che quello che ancora oggi serve “sono soprattutto questi bisogni di uniformità di trattamento. Non possiamo pensare di avere 20 sistemi differenti con disparità anche grandi da regione a regione”.

Sui farmaci Sglt2 e sull’allargamento prescrittivo dice “i nuovi farmaci in circolazione in realtà ormai da anni, i pazienti possono trarre grande beneficio soprattutto in caso di comorbilità. Mentre in altri casi la competenza è del medico di medicina generale, la gran parte dei pazienti non accede a questo tipo di cure a meno che non passi per un centro specialistico. Finché i medici generici non potranno prescrivere questo tipo di farmaci, sono tagliati fuori da una qualità assistenziale e continuano a vedersi prescrivere farmaci di vecchia generazione. Noi vogliamo che i medici generali siano dei prescrittori, non solo dei trascrittori”.