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QAnon migra su Telegram, dopo lo stop a Trump di Twitter

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Milano, 12 gen. (askanews) - Poteri occulti e Deep State. I seguaci di QAnon formano un movimento metastatizzante e secondo gli esperti è la prima teoria del complotto estremista di estrema destra nell'era moderna a penetrare nella cultura americana e nella politica di Washington. Una conseguenza...

Milano, 12 gen. (askanews) – Poteri occulti e Deep State. I seguaci di QAnon formano un movimento metastatizzante e secondo gli esperti è la prima teoria del complotto estremista di estrema destra nell’era moderna a penetrare nella cultura americana e nella politica di Washington. Una conseguenza sono stati i disordini a Capitol Hill, capaci di lasciare il mondo a bocca aperta. Ma potrebbe non essere l’ultima. Non a caso c’è grande preoccupazione per la cerimonia di insediamento di Joe Biden, prevista per il 20 gennaio. Anche alla luce degli appelli continui – dello stesso Trump ma anche di molti suoi seguaci – per non considerare quella data “una fine” per la sua presidenza.

La rapida crescita online di QAnon si è avuta dall’inizio della primavera: su Twitter, Facebook, Instagram e TikTok, prima che quelle piattaforme iniziassero a vietare i gruppi e gli hashtag QAnon già quest’estate. E ora che Trump è stato bandito da Twitter, si trovano messaggi di questo tipo che invitano i follower a migrare su piattaforme differenti: Telegram o Signal che ha Ed Snowden come testimonial.

Nelle sue linee più ampie, la teoria della cospirazione di QAnon si basa sulla convinzione infondata che Trump stia segretamente combattendo una rete globale di pedofili miliardari, democratici adoratori del diavolo e star di Hollywood mangiatori di bambini.

E appunto il movimento sta aumentando la sua presenza su Telegram, piattaforma che storicamente ha garantito la privacy ai suoi iscritti. Ovviamente non poteva mancare anche la mascotte dei disordini a Capitol Hill.

Jake Angeli ovvero Yellowstone Wolf che con un canale interamente dedicato su Telegram diffonde il Qanon pensiero, da un’immagine dello Studio Ovale come dopo un festino ai finti gadget che ora fanno quasi sorridere ma che evocano ancora una volta le inquietanti immagini di Capitol Hill.

Servizio di Cristina Giuliano

Montaggio a cura di askanews

Immagini Internet/Afp