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Biden: "L'America è tornata, la diplomazia è tornata!"

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Milano, 5 feb. (askanews) - "Più tardi salirò all'ottavo piano e manderò un messaggio chiaro al mondo: l'America è tornata. L'America è tornata. La diplomazia è tornata. Tu sei il centro di tutto ciò che intendo fare." Lo aveva annunciato ai suoi diplomatici pochi minuti prima Joe Biden, e...

Milano, 5 feb. (askanews) – “Più tardi salirò all’ottavo piano e manderò un messaggio chiaro al mondo: l’America è tornata. L’America è tornata. La diplomazia è tornata. Tu sei il centro di tutto ciò che intendo fare.”

Lo aveva annunciato ai suoi diplomatici pochi minuti prima Joe Biden, e poi davvero, una volta arrivato all’ottavo piano, ovvero alle sontuose sale di ricevimento diplomatico del Dipartimento di Stato, ha spiegato come intende ricostruire la “posizione di forza” degli Stati Uniti

In primo luogo l’Arabia Saudita, dalla quale Biden ha preso chiaramente le distanze per una guerra nello Yemen che ha definito una “catastrofe umanitaria e strategica”. Era nell’aria.

Scrive il New York Times: “I leader sauditi sapevano che la mossa stava arrivando. Biden aveva promesso di smettere di vendere loro armi durante la campagna presidenziale”.

Ma non è stato solo un rifiuto della politica dell’amministrazione Trump. È un’inversione del sostegno americano allo sforzo saudita che risale all’amministrazione Obama e che Biden e il suo segretario di stato appena nominato, Antony J. Blinken (durante tutto il discorso alle sue spalle) hanno contribuito a formulare. Pur promettendo ai sauditi di non lasciarli da soli davanti all’Iran.

E poi la Russia:

“Ho chiarito – ha detto Biden – al presidente Vladimir Putin, in un modo molto diverso dal mio predecessore, che i giorni in cui gli Stati Uniti si sottomettevano alle azioni aggressive della Russia, alle interferenze nelle nostre elezioni, agli attacchi informatici, avvelenando i suoi cittadini, sono finiti. Non esiteremo ad aumentare i costi per la Russia e difendere il nostro interesse vitale per il nostro popolo”.

Nel suo primo vero intervento sulla politica estera il presidente degli Stati Uniti parla di Navalny, ma anche di colpo di stato birmano e Cina.

Ma non soltanto. Una mossa chiaramente di rottura rispetto a Trump è l’aumentare il limite al numero di rifugiati autorizzati a entrare negli Stati Uniti. Trump ha lasciato l incarico dopo aver fissato un limite di soli 15.000 per l anno in corso, il livello più basso dall approvazione del Refugee Act nel 1980. Il tetto fissato dal presidente Barack Obama era di 110.000. Biden si è impegnato ad aumentare il tetto annuo di ammissioni di rifugiati a 125.000 in 12 mesi, a partire dal primo ottobre.

Inoltre il presidente ha anche affermato che emetterà una direttiva per promuovere i diritti LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, transgender o transessuali, queer, intersessuali e asessuali) a livello internazionale.

Servizio di Cristina Giuliano

Montaggio a cura di Gualtiero Benatelli

Immagini a cura di askanews/afp