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Futuro dell'etica e diritto a felicità, la "lectio" alla Luiss

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Roma, 6 mar. (askanews) - Un nuovo comma da inserire nella Costituzione, il diritto alla felicità e un dialogo a due voci sul futuro dell'etica. Sono questi gli spunti e le proposte oggetto della Lectio Magistralis sul Futuro dell Etica, organizzata dalla Fondazione Guido Carli, presso l'Aula Mag...

Roma, 6 mar. (askanews) – Un nuovo comma da inserire nella Costituzione, il diritto alla felicità e un dialogo a due voci sul futuro dell’etica. Sono questi gli spunti e le proposte oggetto della Lectio Magistralis sul Futuro dell Etica, organizzata dalla Fondazione Guido Carli, presso l’Aula Magna “Mario Arcelli” dell Università Luiss, con il patrocinio della presidenza del Consiglio dei ministri.

La Lectio Magistralis è stata introdotta dalla presidente della Fondazione e nipote dello stesso Guido Carli, Romana Liuzzo, che ha spiegato l’obiettivo della proposta: “Inserire il pieno riconoscimento alla felicità nella nostra Carta costituzionale. L’articolo 3 che scolpisce nel nostro ordinamento il diritto all’eguaglianza potrebbe concludersi con un comma in cui questo diritto trovi finalmente la sua legittimazione. La felicità tuttavia si raggiunge non in forma di una norma ma in relazione alla dimensione economica e sociale di tutti. Come ci ha ricordato Papa Francesco nell’audizione concessa alla Fondazione Guido Carli, occorre superare la cultura dello scarto. L’etica rende un servizio al bene comune se rimane legata all’etica”.

La felicità, ha ricordato Gianni Letta, citando anche Tommaso d’Aquino, si indentifica con il bene comune: “Una felicità cioè pensata e vissuta non come stato emotivo, ma come riflesso spirituale e psicologico del voler bene e del far bene. Felicità intesa non solo come desiderio per se stessi, ma come felicità sociale: il presupposto dell’armonica convivenza di una comunità, il substrato di un’etica di lavoro”.

Brunello Cucinelli ha invece puntato l’accento sulla necessità di investire nella spiritualità, perché l’uomo ha bisogno di nutrirsi di grandi ideali, di valori, di fiducia, di tornare a credere nella speranza invece che nella paura.

“Io per cultura mia non sono troppo affascinato da quell’espressione del diritto alla felicità, perché per mia cultura io sono più affascinato da quell’idea in qualche maniera di ricerca della felicità, non diritto. Non credo che sia qualcosa che domani qualcuno ti può garantire. Io parlo di una felicitò spirituale, umana, morale, etica. Quindi per me metterei l’aspirazione alla felicità”.

Per il presidente della Luiss, Vincenzo Boccia, l’Università è il luogo dal quale partire per costruire il futuro di una società aperta, connessa e responsabile nella quale le Istituzioni assicurino il funzionamento di un sistema orientato alla cooperazione e alla crescita, mentre la vice presidente dell ateneo, Paola Severino, a conclusione dell’evento, ha posto l’accento sul momento di difficoltà che il paese sta vivendo a causa della pandemia e sulla necessità di ripartire dalla complessità del reale e capire cosa ci ha condotto fino a qui per riprogrammare il futuro prossimo e quello delle generazioni che verranno.