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Villa Ebe: misteri a Napoli

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Napoli è senza dubbio uno dei pochi luoghi in Italia dove mito, ignoto e leggenda vivono in armonioso equilibrio con la storia e la realtà presente. Sull'antico promontorio divino della città partenopea, Pizzofalcone o Monte Echia, si ergono i misteri di Villa Ebe. Villa Ebe si trova sul lat...

Napoli è senza dubbio uno dei pochi luoghi in Italia dove mito, ignoto e leggenda vivono in armonioso equilibrio con la storia e la realtà presente. Sull’antico promontorio divino della città partenopea, Pizzofalcone o Monte Echia, si ergono i misteri di Villa Ebe.

Villa Ebe si trova sul lato occidentale del Monte Echia, ed è noto anche come il Castello di Pizzofalcone. Un miscuglio di sacchi, rifiuti e scatoloni conduce all’ingresso principale dell’edificio in stile gotico, dove si trova un portone ormai corroso dal tempo.

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Sopra il portone non si può fare a meno di notare un’iscrizione ornata da simboli: un sole d’oro prolunga i suoi raggi ondulati verso una luna, altrettanto dorata, che si adagia sulle onde del mare.

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La splendida costruzione fu progettata dall’architetto napoletano Lamont Young. Edificata nel 1922, Young la trasformò nella sua dimora e dove si trasferì con la moglie, Ebe Cazzani. La donna vi abitò fino al 1976, anche dopo che il marito si suicidò nel 1929.

La simbologia che incornicia l’incisione sull’ingresso sembra esplicitare i tre appellativi che Lamont Young attribuiva a se stesso: Utopista, Inventore, Ingegnere. Il Sole infatti simboleggia l’intelletto,la saggezza, mentre la Luna l’oscurità e la mutabilità delle forme. Il Mare invece la vita, la rinascita e la purezza dell’acqua.

Azzardando una ipotesi, Utopista potrebbe indicare l’appartenenza dell’architetto napoletano alla Massoneria, così come l’Inventore e l’Ingegnere, ossia l’“architetto” del Tempio di Salomone. Inoltre, la torre quadrata con i contrafforti ottagonali in pietra lavica e con le finestre ad arco poste su tre lati della torre, presenterebbe i tratti “tipici” di una architettura massonica.

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Dal 1997, il Castello di Pizzofalcone divenne proprietà del Comune di Napoli, ma il destino di Villa Ebe si rivelò ben presto infausto. Il gioiello di Lamont Young fu abbandonato a se stesso, si trasformò in una dimora per i senzatetto. Senza dubbio, un abbandono che ha infangato la memoria dell’architetto e la natura artistica della città.

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L’idea di abbattere Villa Ebe e di farne un parcheggio non piacque all’artista Pasquale Della Monaco, che riuscì ad ottenere per la villa il vincolo culturale, proponendo diversi progetti di restauro. Ma tre giorni prima dell’inizio dei lavori un incendio doloso distrusse gli interni preziosi della Villa. Nonostante le varie proposte, progetti e i diversi fondi ottenuti dall’U.E., Villa Ebe resta tutt’oggi una casa abbandonata, abitata da senzatetto e tossicodipendenti.

Lo sdegno dei cittadini napoletani ha diffuso la leggenda secondo la quale un’ombra si aggirerebbe sulla terrazza di Villa Ebe nelle fredde e buie notti d’inverno. Qualcuno sostiene sia l’ombra del fantasma di Young, irritato per il modo in cui la sua città ha trattato una delle sue più ammirevoli creazioni.

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Dunque fantasmi di Young, Villa Ebe forse un’antica sede della Massoneria… chissà, sono tanti i simboli, le leggende e i pareri che si aggirano fra le mura diroccate. Quel che è certo, che un patrimonio di rara bellezza è stato purtroppo abbandonato a se stesso e ai suoi misteri.