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Violenza donne: Italia condannata dalla Corte di Strasburgo

Corte europea di Strasburgo 1

L'Italia è stata condannata dalla Corte di Strasburgo dei diritti umani per violenza sulle donne. Non ha protetto una donna e suo figlio per atti di violenza casalinga. L'accusa è quella di aver ritardato gli aiuti e di non aver agito con rapidità per proteggere madre e figlio dalle violenze per...

L’Italia è stata condannata dalla Corte di Strasburgo dei diritti umani per violenza sulle donne. Non ha protetto una donna e suo figlio per atti di violenza casalinga.

L’accusa è quella di aver ritardato gli aiuti e di non aver agito con rapidità per proteggere madre e figlio dalle violenze perpetrate dal marito della donna.

Gli episodi di violenza sono culminati con l’omicidio del ragazzo e il tentato assassinio della madre. L’accusa tuona molto amara: L’Italia non ha fatto abbastanza e il ragazzo morì. Violazione sulla convenzione dei diritti umani.

Si tratta della prima volta per l’Italia ad essere condannata per violenza domestica.

Non agendo prontamente in seguito a una denuncia di violenza domestica fatta dalla donna, le autorità italiane hanno privato la denuncia di qualsiasi effetto creando una situazione di impunità che ha contribuito al ripetersi di atti di violenza, che in fine hanno condotto al tentato omicidio della ricorrente e alla morte di suo figlio, questo è quanto stabilito dai Giudici di Strasburgo.

Gli articoli ad essere stati violati sono diversi. Articolo 2 diritto alla vita, articolo 3 divieto di trattamenti inumani e degradanti e articolo 14 divieto di discriminazione. Alla donna vittima delle violenze, che è ricorsa alla corte, è stato riconosciuta la somma di 30 mila euro, per danni morali e 10 mila euro per le spese legali sostenute.

La sentenza è storica e denota una certa lentezza della Giustizia italiana. Infatti non è il primo caso nel quale la Giustizia ritarda a pronunciarsi oppure arriva troppo tardi. Purtroppo non sempre le vittime vengono risarcite adeguatamente. Non sempre assassini e colpevoli di efferati crimini sono assicurati alla Giustizia.

La lentezza ha creato una situazione di impunità. Il continuo ripetersi delle violenze, rimaste sempre impunite ha portato al triste epilogo. La Giustizia italiana viene condannata dalla Corte di Strasburgo, perchè la sua lentezza causa danni irreparabili. La sentenza della Corte di Strasburgo diventerà definitiva fra tre mesi.

Purtroppo non esistono leggi abbastanza efficaci e quando ci sono, a volte succede che i reati vadano in prescrizione appunto per i tempi lunghi della Magistratura.

I fatti risalgono al Novembre del 2013, avvenuti a Remanzacco, provincia di Udine. La donna, Elisabetta Talpis, aveva denunciato il marito per violenza domestica. A poco erano servite anche le richieste di aiuto rivolte alle autorità e quelle fatte anche dai vicini. Al verbale anche aggressione con coltello.

Dopo essere stato denunciato, l’uomo scatena tutta la sua violenza uccidendo il figlio allora diciannovenne. La sua furia si rivolse anche alla moglie, la quale miracolosamente riuscì a scappare da morte certa. Ora l’uomo è in prigione a scontare la sua pena.

La violenza sulle donne e la violenza domestica è da anni oggetto di continue discussioni. I dibattiti sono accesi sia fuori che dentro il parlamento. Si tenta di legiferare nel merito e si cerca sempre di migliorare. le leggi devono essere più severe e più efficaci. E’ importante anche il seguito delle denunce e le leggi, una volta emanate devono essere facilmente applicabili. Troppo spesso si assiste in Italia a casi di impunità. La Giustizia che crea ingiustizia non può esistere in un paese civile.