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Italia: 400.000 bambini testimoni di violenze contro le madri

Save the children

Un rapporto di Save the Children mette in luce i problemi affrontati dai bambini che vivono situazioni di violenza nei confronti delle madri.

In soli cinque anni in Italia 427.000 bambini sono stati obbligati a vivere episodi di violenza nei confronti delle proprie madri. Episodi consumati tra le mura domestiche, compiute quasi sempre per mano maschile.

La campagna di Save the Children

Questi i numeri con i quali Save the Children presenta la propria campagna i sensibilizzazione sul tema di quella che definisce la “violenza assistita” subita dalle donne. La campagna “abbattiamo il muro del silenzio” vuole proprio fare luce sulle conseguenze dei bambini che assistono a episodi di violenza perpetuati nei confronti delle proprie madri.

Il dossier diffuso dall’organizzazione

Secondo i dati dell’organizzazione infatti in Italia sarebbero circa 1.4 milioni le madri che subiscono violenze, e che molto spesso preferiscono per diversi motivi non denunciare i propri compagni o mariti. Il dossier diffuso oggi lancia dati allarmanti: in più di un caso su dieci infatti le donne maltrattate dichiarano di aver temuto per la propria vita o per quella dei propri figli. Un problema per il quale nel nostro paese bisognerebbe fare di più

E tra queste, oltre la metà dichiara che i propri bambini hanno assisto alle scene di violenza perpetuate nei loro confronti, sia direttamente che indirettamente. Anche i bambini sono infatti in grado di leggere i segnali che simili episodi lasciano dietro di se, siano essi la rottura di porte o mobili, siano i lividi lasciati sui corpi delle madri. Quasi 550.000 sarebbero in Italia le donne vittime di violenza che preferiscono però non denunciare, e che quasi mai si rivolgono a medici in seguito alle percosse subite, ritenendo la violenza subito non un reato, ma semplicemente qualcosa di “sbagliato”.

L’inconsapevolezza delle vittime

Uno dei problemi maggiori, stando ai dati rilasciati da Save the Children riguarda l’apparente inconsapevolezza in cui vivono molte delle vittime. Del milione e mezzo di madri vittime di violenza domestica infatti solo il 7% risulta riconoscere i soprusi subiti come delle vere e proprie violenze. Molto spesso infatti, non vengono riconosciute come tali, ma giustificate e razionalizzate. Altro dato agghiacciante è che di questi 1.4 milioni di madri più di una su tre è stata vittime di violenza anche durante la gravidanza. Uno dei maggiori problemi che devono affrontare le donne che vivono queste violenze in famiglia è riuscire a separarsi ai propri compagni violenti. Una condizione che stando ai dati diffusi riguarda più di 446.000 donne, che non avendo i mezzi per garantirsi la sussistenza al di fuori del matrimonio si sentono costrette a continuare a vivere con il partner violento.

Le conseguenze sui bambini

Ma l’iniziativa di Save the Children è in questo caso finalizzata allo studio di quelle che sono le conseguenze che gravano sui bambini vittime di situazioni familiari violente.
È infatti sempre più chiaro come vivere situazioni del genere comporti conseguenze devastanti allo sviluppo psicofisico dei bambini.

Vedere la violenza per un bambino è come subirla

“Per un bambino assistere ad un atto di violenza nei confronti della propria mamma è come subirlo direttamente”. Così dice Raffaella Milano, responsabile dei programmi europei dell’associazione di tutela. E prosegue raccontando di come “questa violenza silenziosa, pur non lasciando su di loro segni fisici evidenti, ha conseguenze devastanti: da ritardi nello sviluppo fisico e cognitivo, alla perdita di autostima, all’ansia, ai sensi di colpa alla depressione, e alla incapacità di socializzare con i propri coetanei. Un impatto gravissimo e a lungo termine che tuttavia, nel nostro paese viene ancora sottovalutato”.
La responsabile del gruppo è convinta della necessità di “mettere in campo un sistema di protezione diffuso capillarmente che non lasci mai da sole le donne, capace di prendersi cura dei bambini fin dalle prime fasi in cui dovessero manifestarsi atteggiamenti violenti, che siano indipendenti dall’andamento degli iter giudiziari”.

L’installazione di Save the Children

E proprio per contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo argomento Save the Children, in collaborazione con l’agenzia di comunicazione The Embassy, Eccetera, Bc Today e con l’aiuto degli studenti della Scuola Politecnica di Design hanno lavorato alla costruzione di una installazione molto particolare, allestita presso Palazzo Merulana, presso Via Merulana 121.

Un evento esperienziale

Quella che viene proposto è un evento esperienziale, attraverso il quale raccontare cosa prova un bambino costretto ad assistere a violenze sulla madre. Nel corso dell’evento il visitatore avrà la possibilità di immergersi completamente nella storia di Alessandro, bambino qualunque ma vittima di violenza assistita.

Si potrà quindi osservare quella che in apparenza apparirà come una normale cameretta di un bambino di 8 anni, in cui però sono stati inseriti diversi particolari che possono rivelare ciò che all’apparenza si nasconde, e che mostrano la paura di un minore di fronte alle violenze sulla madre, che sia un nascondiglio nell’armadio, dei libri rovinati oppure la presenza di giocattoli rotti. In particolare l’uso della tecnologia bone conductor le persone saranno messe nella condizione di vivere le stesse sensazioni di angoscia e paura provate da un bambino costretto ad assistere a scene di violenza sulla madre tra le mura di casa. Una visita che dati il contenuto e i temi trattati, è sconsigliata ai minori di 18 anni.