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Violenze in carcere nel Casertano: 52 misure cautelari per altrettanti agenti

Il carcere di Santa Maria Capua Vetere

Violenze in carcere nel Casertano: 52 misure cautelari per altrettanti agenti: pestaggi su dieci detenuti dopo la proteste per l'arrivo del covid

Violenze nel carcere casertano di Santa Maria Capua Vetere della scorsa primavera: sono state emesse 52 misure cautelari per altrettanti agenti ed appartenenti al corpo di Polizia Penitenziaria, tutti accusati a diverso titolo dei brutali pestaggi che caratterizzarono i giorni bui dell’arrivo del covid negli istituti di pena italiani. Ad eseguire quelle ordinanze del Giudice per le Indagini preliminari del tribunale cittadino che ha recepito in tal senso le richieste della Procura sono stati i Carabinieri

Violenze in carcere nel Casertano: 52 misure per i pestaggi al “Francesco Uccella”

Gli scontri con i detenuti del 6 aprile 2020 all’interno della casa circondariale “Francesco Uccella” avvennero in pieno lockdown e si caratterizzarono, secondo gli inquirenti, per l’inaudita violenza di alcune delle dinamiche repressive messe in atto. Le proteste di centinaia di detenuti dopo la notizia di un caso di positività al Covid-19 innescarono la repressione. E “punta di lancia” di quella repressione furono i Gom, i reparti speciali della Penitenziaria fatti venire da Napoli. Per quello stesso motivo e in quel medesimo contesto di profilazione penale ipotetica il gip ha anche emesso una misura interdittiva per il provveditore delle carceri della Campania Antonio Fullone.  I contagi nelle carceri restarono problema serissimo fino a novembre 2020.

Violenze in carcere nel Casertano: 52 misure dopo gli avvisi di garanzia

Le indagini su quelle violenze, che ebbero episodi analoghi anche a Torino, sfociarono in un primo step procedurale l’11 giugno del 2020, quando partirono gli avvisi di garanzia. Da parte di alcuni indagati ci furono proteste culminate anche con i poliziotti che salirono sui tetti del carcere. Si tratta di misure di cautela emesse sulla scorta del pericolo di inquinamento delle prove e di quello di reiterazione del reato, dato che molti detenuti di quel periodo sono ancora custoditi nel carcere e che le loro testimonianze all’epoca furono determinanti per sostanziare le ipotesi di reato. 

Violenze in carcere a Santa Maria Capua Vetere, nel Casertano: 52 misure per quelle violenze

Ipotesi che, pur restando tali fino alla maturazione della prova dibattimentale, disegnano comunque un quadro di accusa inquietante e truculento, con schiene percosse, lividi, detenuti fatti mettere in ginocchio e pestaggi violentissimi su dieci persone in particolare. Il Dap, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, aveva replicato a quelle accuse con note ufficiali, ma l’esercizio dell’azione penale da parte della Procura, che in Italia è obbligatorio, era andato avanti.