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Virus Nipah, cos'è e chi colpisce

Virus Nipah

Il virus Nipah, derivante dalle zone dell'Asia meridionale, si contrae con il contatto di saliva o escrementi dei pipistrelli della frutta.

Il virus Nipah è una malattia zoonotica caratterizzata da febbre ed encefalite, a volte viene anche associata a una malattia respiratoria.

Il virus Nipah

Originario dell’Asia meridionale, il virus Nipah presenta focolai sporadici in Malesia, Singapore, India e Bangladesh. Nel 1999 il virus fu isolato. A livello mondiale sono stati descritti circa 20 casi. Ma non si è mai veramente provveduto a sorvegliare con costante attenzione la malattia.

Cos’è il virus Nipah

Il virus Nipah appartiene alla famiglia Paramyxoviridae, genere Henipavirus. E’ causato dai pipistrelli della frutta che infettano l’uomo attraverso l’esposizione diretta alla saliva o agli escrementi. Sono compresi i cibi contaminati come il succo di palma.

I pipistrelli, inoltre, possono trasmettere il virus Nipah ad animali intermedi come i maiali, i quali sviluppano una malattia respiratoria passando il virus agli uomini. Ma anche i cani, i gatti e i cavalli sono sieropositivi al virus.

La trasmissione uomo-uomo attraverso i liquidi del corpo è stata osservata occasionalmente.

Descrizione

Il periodo di incubazione va da 4 a 20 giorni. Febbre, malessere, cefalea, mialgia, mal di gola, nausea e vomito, a volte anche vertigini e disorientamento. Se i casi sono gravi si evolvono in encefalite che può portare a convulsione e a coma. Poi ancora una polmonite atipica che progredisce a sindrome da stress respiratorio acuto. Inoltre anche infezioni asintomatiche e casi di recidive, a distanzi di settimane o mesi dal ricovero. I postumi neurologici sono presenti nel 20% delle persone che sopravvivono al virus Nipah. Si manifestano con convulsioni persistenti e alterazioni della personalità e dell’umore.

Diagnosi

La diagnosi prevede le colture cellulari, esami sierologici, con saggio immuni-assorbente legato a un enzima (ELISA). O con anticorpi fluorescenti indiretti (IFA), ponila retrotrascrizione con reazione a catena della polimerasi (RT-PCR). Non sono disponibili test commerciali, per cui sono, questi, esami effettuabili in pochi laboratori.

Difficile da distinguere dalle altre malattie febbrili, almeno inizialmente.

Per evitare che gli infettati trasmettano il virus Nipah, è necessario che vengano isolati. La terapia è sintomatica al momento, considerata l’inesistenza di farmaci antivirali appositi. Solo la ribavirina è stata utilizzata, inoltre su pochi pazienti e non se n’è ancora stabilita l’efficacia.

Letalità

La letalità del virus Nipah varia da 40 a 70%. Dipende dal quadro clinico e dall’encefalite, se non dalla disponibilità di cure mediche adeguate. L’età avanzata, il diabete, i sintomi neurologici ne determinano una prognosi favorevole.