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"Vita da Carlo", Verdone: la mia vita tra i romani in una serie

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Roma, 22 ott. (askanews) - C'è chi gli chiede di far visita al parente malato, chi vuole candidarlo come sindaco, mentre tutti pretendono un selfie e lui la notte sogna di essere assassinato come Giulio Cesare. In "Vita da Carlo", la serie disponibile dall'1 novembre su Prime Video, si vede come ...

Roma, 22 ott. (askanews) – C’è chi gli chiede di far visita al parente malato, chi vuole candidarlo come sindaco, mentre tutti pretendono un selfie e lui la notte sogna di essere assassinato come Giulio Cesare. In “Vita da Carlo”, la serie disponibile dall’1 novembre su Prime Video, si vede come Carlo Verdone per i romani rappresenti un amico, un parente, qualcuno di cui fidarsi o a cui appellarsi. E non poteva che essere alla Festa del Cinema di Roma la presentazione della serie comedy in 10 puntate, la prima della sua carriera, in cui interpreta se stesso in una irresistibile vicenda comica in cui si intrecciano realtà e finzione.

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“Sembra una serie per tutte le cose di corsa che devo fare oggi, è una cosa incredibile, sembra che sto facendo il set, sembra veramente una giornata di set”.

In “Vita da Carlo” ci sono gli aspetti paradossali della sua vita, svelati con ironia, leggerezza, garbo. C’è l’amico attore in cerca di consigli, interpretato da Max Tortora, ci sono le sue vicende familiari, con la moglie interpretata da Monica Guerritore, c’è il produttore che vorrebbe fargli fare sempre lo stesso film. E poi ci sono, in ogni momento della sua giornata, i romani, che lo venerano e lo assediano.

“Sono venuti a mancare dei simboli di Roma importanti, Alberto Sordi, Gigi Proietti, in qualche modo c’è Verdone oggi. Con i suoi film, con il fatto di aver rappresentato negli anni Ottanta, ancora un’ultima Roma, quella Roma che si parlava da finestra a finestra. Vedono in me la continuazione in me di questi due grandissimi attori, Sordi e Proietti”.

Verdone alla Festa del Cinema ha rivelato che qualche anno fa gli chiesero di candidarsi come sindaco, e i sondaggi lo davano al 70%, ma lui rifiutò senza indugi. Anche se ama la sua città come pochi e considera i romani la sua famiglia allargata. “Sì, è una famiglia allargata, gli voglio bene. Alcuni no, perché quelli che ostentano troppo la romanità e diventano boriosi, diventano un po’ tracotanti non mi piacciono. Mi piacciono quelli che hanno quella saggezza romana un po’ belliana, che è sempre più difficile trovare, però qualcuno ancora si riesce a trovare qua e là”.