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Vittima di bullismo decide di suicidarsi a soli 20 anni

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Il bullismo continua a essere una piaga terribile e dilagante. Ne sa qualcosa un giovane ragazzo di 20 anni, una vittima che ha deciso di suicidarsi.

Il bullismo continua a essere una piaga terribile che non bisogna assolutamente ignorare e che bisogna cercare di debellare. Il bullismo agisce in qualsiasi luogo, anche se la scuola è l’ambiente in cui i bulli esercitano maggiormente il loro potere. Solitamente si parla di bullismo quando i media raccontano storie di questo tipo. Sono molti luoghi in cui i bulli esercitano il loro potere. Uno di questi è sicuramente l’università.

A proposito di bullismo e di vittima di bullismo, ne sa qualcosa Adrien Gorget, un giovane ragazzo di 20 anni. A raccontare la sua storia terribile di vittima di questa piaga è proprio la famiglia. Ecco cosa hanno raccontato alla redazione di Per davvero. A detta della famiglia, della madre del giovane, il figlio è sempre stato un bambino curioso, divertente, allegro. Un bambino amante della vita, della scuola e dello sport. Un bambino felice, come mostra anche la foto.

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In seguito al diploma al liceo scientifico, il sogno era trasformare la sua passione in lavoro. Era appassionato di aeronautica e per questo aveva scelto di studiare ingegneria e dedicarsi alla costruzione di modelli aerospaziali. Era da sempre ammirato e appassionato di questa materia al punto da farla diventare il suo lavoro, la sua vita. Nel 2013 comincia gli studi in una prestigiosa università. Aveva mille prospettive, sogni come qualsiasi giovane della sua età.

Purtroppo, all’università è diventata la vittima di moltissimi bulli che lo hanno preso di mira. Il ragazzo è stato vittima di bullismo, di atti davvero atroci e di persecuzione. Capendo di non farcela più, ha deciso di raccontare tutto quanto e ha denunciato la situazione alla polizia.

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Da quel momento in poi la sua vita è cambiata. Nessuno stringeva rapporti con lui, lo isolavano e inoltre gli atti dei bulli nei suoi confronti continuavano. Per scaricare la tensione, il ragazzo faceva lunghe pedalate in bicicletta. Una passione quella della bicicletta che gli ha permesso di percorrere più di 4400 km in soli cinquue mesi. Ovviamente la situazione continuua. La famiglia gli sta accanto, fa di tutto per aiutarlo, per stargli vicino, supportarlo, ecc.

Man mano che si avvicina il giorno del processo, il giovane è disperato e non sa più come fare. Teme le ripercussioni dei bulli e che possano ancora fargli del male. Il giovane è sempre più solo. I compagni non lo supportano, la facoltà non lo aiuta e non lo appoggia in questa sua battaglia. A questo punto, stanco di tutto ciò e non sapendo come fare, decide di suicidarsi a soli 20 anni.

In una lettera in cui spiega i motivi del suo gesto, Adrien se la prende con la scuola incapace di non averlo supportato e aiutato come avrebbe dovuto fare. Purtroppo, sono sempre di più le storie di vittime di bullismo le quali decidono di mettere fine alla propria vita. E’ importante parlarne, non chiudersi e non rimanere in silenzio. Storie come quella di Adrien devono aiutare ad aprire gli occhi, a denunciare, a raccontare. Deve esserci maggiore informazione. Bisogna parlarne e non averne vergogna. Solo in questo modo si potrà sconfiggere questa terribile e devastante piaga.