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Vittorio Vaccaro si racconta: dall’infanzia in Sicilia alla passione per cucina, musica e televisione

Vittorio Vaccaro cucina

Nell’intervista Vittorio Vaccaro si racconta a 360 gradi, dall’infanzia in Sicilia all’approdo in tv, fino alla passione per musica e cucina.

Siciliano d’origine e milanese di adozione; attore e regista, appassionato di cucina e musica. È un mix di talenti e di passioni, che rendono la sua personalità variegata, ricca e interessante, sicuramente tutta da scoprire. Si racconta come se tra le mani avesse istantanee scattate con la Polaroid, senza trucco né inganno. Vittorio Vaccaro presenta nell’intervista il suo nuovo programma tv, ma svela anche tanto altro.

Vittorio Vaccaro si racconta

È nato il 17 gennaio 1980 in un paesino di quattromila abitanti, Calascibetta, in provincia di Enna, l’ombelico della Sicilia. Dal cuore del Mediterraneo è partito quando era solo un ragazzo, ma sotto le scarpe conserva quella terra magica, fatta di profumi intensi, sapori in ogni via e forti tradizioni. Arriva da una famiglia semplice, umile, che gli ha insegnato lo spirito di sacrificio, il senso del dovere, il rispetto.

Il suo racconto parte proprio dai suoi genitori, che giovanissimi hanno cresciuto lui e la sorella nel bar/trattoria dove cucinavano fino a tarda notte. Proprio lì, dormendo su due sedie con indosso il cappotto, ha respirato ogni aroma e “registrato” i gesti abili e accurati delle mani di papà, che per la cucina aveva un talento innato. Ancora oggi il cibo anima le loro lunghe telefonate, in un continuo scambio di idee e creatività.

Ricorda con nostalgia e felicità la sua infanzia, definendosi un bambino vivace, curioso, attratto dalla recitazione che andava dicendo di voler fare il regista a Calascibetta, senza sapere neanche bene cosa significasse. Alle scuole superiori la svolta: un insegnante, a sua insaputa, lo iscrisse a un corso di recitazione, intravedendo in lui qualcosa d’innato che ancora nessuno era stato in grado di decodificare. È da quel momento che ha scoperto un mondo che non avrebbe mai più lasciato. Negli anni successivi affittava il teatro per mettere in scena dei musical insieme ai suoi compagni, ottenendo un bel successo.

A diciotto anni, “affamato” e voglioso di riscatto, fatte le valigie, ha lasciato la Sicilia per inseguire il suo sogno. Tante le delusioni, i “no”, le porte in faccia; tanta la rabbia ingoiata, le insoddisfazioni raccolte, ma non sono mancati neppure i più bei traguardi. Ha lavorato nei villaggi per mantenersi e a ventidue anni, pronto come al solito per l’ennesima esperienza lavorativa, trovò per caso un volantino che pubblicizzava le Accademie di teatro. Dopo essersi iscritto, superò il provino per l’Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine. Fu quella la vera partenza, per la vita, quella vera, quella che lo aspettava con un nuovo percorso di studi e professionale.

Vittorio Vaccaro è attore, regista, appassionato di cucina e musica. È questo e molto altro ancora.

Il suo programma su Food Network

Vittorio è prossimo alla partenza di un suo programma di cucina. Il programma andrà in onda su Discovery Channel per Food Network.

La cucina è una palestra di vita e anche nei corsi di recitazione, i miei esempi partono sempre da lì, tra i fornelli. Oggi cucino e faccio la spesa, avendo come bagaglio la tradizione della mia terra, la cucina dei miei, con la creatività e la capacità di mettere insieme una cena improvvisata senza rinunciare al bello e al piacere del gusto. Perché anche cucinare è una forma d’arte, ha sottolineato Vaccaro.

Quindi ha raccontato: “Ho ereditato la passione per la cucina da mamma e papà, che lo fanno di mestiere. Vedendo tutti i giorni i miei genitori ai fornelli, ho acquisito sapori, tecniche e odori. Inoltre, penso sia parte del mio DNA. Non ho mai pensato di aprire un ristorante e fare della cucina un lavoro. Preferisco possa restare un piacere. È stata la mia compagna, Luna, a spronarmi e così ho pensato di portare nel mio lavoro – stando in tv davanti alle telecamere – una mia passione: la cucina. Nel mio quotidiano, invece, resta un talento per pochi. Cucino per diletto per i miei ospiti e la mia famiglia. “A casa cucina papà”, in onda sul canale 33, non racconta solo le ricette con cui divertirsi ai fornelli. Ogni piatto nasconde una storia. Racconto la mia infanzia e il mio presente. A ognuno di noi il cibo evoca dei ricordi. Ogni puntata è tematizzata e sono contento di portare gli italiani direttamente nella mia cucina”.

Quindi ha aggiunto: “Mostro un papà come tanti: smart, veloce e moderno. È il papà di una famiglia allargata, come ce ne sono tante oggi in Italia. Il pubblico cosa deve aspettarsi? Il vero ingrediente è sempre l’amore. La cucina è un atto d’amore e il mio programma lo conferma”, ha commentato.

Quale, invece, il piatto che preferisce cucinare? “Le polpette di mia mamma mi portano alla mente tanti ricordi. Mi piace cucinare tutto ciò che dà soddisfazione agli altri; tutto ciò che li rende contenti. Ne sono un esempio gli spaghettoni con aglio, prezzemolo, alici sciolte, saltati con la scorza di limone e la menta, a cui aggiungo una tartare di scampo crudo. A piacimento è possibile metterci anche la burrata”.

La passione per la musica

Non solo l’amore per il cibo: Vittorio Vaccaro non nasconde neppure la sua profonda passione per la musica, eredità del suo paese, dove nonno e zio erano parte della banda.

Volendo musica, gli proposero il flauto traverso, sebbene non fosse nelle sue corde. A sette anni passò al clarinetto che studiò al conservatorio di Palermo fino a diciassette, senza però diplomarsi, ribellandosi a un’impostazione troppo classica che non gli apparteneva.

La musica però non lo ha mai lasciato; era già nel suo bagaglio, nel suo modo di pensare, di ritrovarsi, proprio come la cucina. La voce, invece, l’ha scoperta in seguito vincendo un concorso canoro con Vivo per lei di Bocelli. Oggi ha un quintetto, del quale è il sax e la voce, un’altra delle sue grandi passioni.

La necessità di “uscire fuori” dal coro lo ha spinto ad assecondare la sua attitudine artistica e tutti quei “doni” che erano parte di sé. La ricerca della bellezza è il filo conduttore di tutto ciò che ama fare, mantenendo la consapevolezza di chi è davvero, da dove viene e dove vuole andare.

Parlando della sua passione per la musica, ha aggiunto: “Ho studiato musica da quando ero piccolo, ora ho un quintetto con cui faccio il repertorio italiano dagli anni Trenta ai Sessanta/Settanta, con un pizzico di jazz. La passione esiste da sempre. A 17 anni vinsi persino un concorso canoro e ancora oggi, ogni giorno, dedico circa un’ora e mezza allo studio. Strumento alla mano, mi piace formarmi e migliorarmi. Musica e cucina per me sono parte di una grande famiglia: quando la banda suonava alla festa del paese, c’era il “turrunaru” che preparava il torrone. Ancora adesso associo la musica a quel profumo di mandorle tostate e zucchero sciolto”.

Mai arrendersi

È partito da zero ma dai suoi genitori ha imparato a non arrendersi mai. Ha fatto mestieri diversi, dal cuoco a domicilio all’insegnante di sostegno. Ha lavorato con grandi registi e raggiunto obiettivi professionali importanti, mettendoci tutto sé stesso, sempre e incondizionatamente.

Nella vita ha fatto tesoro di tutto questo, sapendosi arrangiare sempre, anche nei momenti peggiori, “quando avevo letteralmente il “culo” per terra, ho saputo reinventarmi con format ed escamotage per sopravvivere”. Si è sempre rimesso in gioco, mai dato per vinto.

È un consiglio che dà a tutti, aggiungendo: “Sono cresciuto per strada, giocando e vedendo le fatiche dei miei genitori. Ora mi accorgo della grande risorsa che ho avuto. Non vengo da una famiglia di artisti, mi sono costruito da solo. Ho avuto la determinazione necessaria per raggiungere gli obiettivi, nonostante i momenti di sconforto non siano mancati. Ognuno è diverso e ha capacità diverse, bisogna solo scoprire le proprie doti. Le porte in faccia mi sono servite per sapere cosa voglio fare nella vita e cosa no.

Quindi ha sottolineato: “Anche a 42 anni non mi sento arrivato, ma guardandomi indietro posso dire di aver fatto tutto ciò che volevo. Le sofferenze passate sono state il vocabolario per ciò che sono oggi. I miei genitori mi hanno insegnato il sacrificio. La sofferenza è un percorso in cui ti poni obiettivi e comporta esperienza. Oggi l’ho acquisita, ma continuo a sognare.

Vittorio Vaccaro cucina

La carriera di Vittorio Vaccaro

Vittorio Vaccaro ha collaborato con il regista Eimuntas Nekrosius per il Teatro Olimpico di Vicenza, con il Teatro Stabile di Catania nella produzione Socrate di Vincenzo Cerami e Lab Zelig.

Ideatore e direttore artistico di vari festival, tra cui Mythos al Teatro San Babila di Milano, Officine del Teatro presso il Teatro alle Vigne di Lodi e la rassegna Teatro del Granaio.

Regista di produzioni video, spot e video musicali. Teatro, produzioni televisive e cinematografiche, pubblicità, sit-com, film per la tv prodotti dalle più importanti case di produzioni televisive italiane. Attore nella fiction Squadra Antimafia 4, nelle sit-com Piloti, Il mio amico Babbo Natale, La Strana Coppia, Camera Café.

e in numerosi corti indipendenti. Attore protagonista in Stand Against Violence con la regia di Laura Chiossone prodotto da Rosso Film e attore protagonista del lungometraggio Nato a Xibet per la regia di Rosario Neri produzione Lorebea Film, selezionato al premio David di Donatello 2020. Ha scritto e diretto il documentario Wave, il mediometraggio Me. Dea e il cortometraggio Ultimo di Dio.

Ha condotto nel 2008 la trasmissione Quarta Parete con la regia di Pino Strabioli su Mediolanum Channel e per la stagione 2021/2022 fa parte del cast fisso di Forum, ogni lunedì come opinionista per la conduzione di Barbara Palombelli. Conduce da ottobre 2021 su Il Giornale una sua rubrica dal titolo “Lo Scemo del Villaggio”.