> > Welcome in Bari???

Welcome in Bari???

default featured image 3 1200x900

E' proprio vero che la distrazione gioca brutti scherzi. Chissà da quanto tempo sono esposti quei cartelli di benvenuto ai visitatori che giungono nella città senza che nessuno se ne accorgesse dell'errore, non si sa se per errore involontario o ignoranza. Resta il fatto che "Welcome in Bari" s...

165315118 32b773ec 339b 43d6 bfdf 8616afb19703 300x225E’ proprio vero che la distrazione gioca brutti scherzi. Chissà da quanto tempo sono esposti quei cartelli di benvenuto ai visitatori che giungono nella città senza che nessuno se ne accorgesse dell’errore, non si sa se per errore involontario o ignoranza.

Resta il fatto che “Welcome in Bari” scritta a caratteri cubitali nelle zone d’accoglienza, ha lasciato sogghignare i turisti che hanno fatto notare l’errore. Tutto ciò è accaduto lo scorso ottobre nella zona del porto. In inglese, infatti, accanto alla parola Welcome (benvenuto) si affianca sempre la preposizione to e non in!

Nonostante la figuraccia, fatta notare dai turisti risalente a due mesi fa, ed esposta all’Assessore al Marketing territoriale Paparesta il quale ha trasferito la soluzione dell’errore grammaticale all’Apt (Azienda di promozione turistica) la scritta “Welcome in Bari” non è stata rimossa e in tutto questo tempo non ci si è prodigati per correggere una preposizione, lasciando che la figuraccia cittadina continuasse. Allora a distanza di due Fabio e Mingo, i noti inviati di Striscia la Notizia, infatti, hanno colto la palla al balzo, “reclutando” alcuni turisti (e per fortuna a Bari se ne intravedono!) per correggere direttamente la scritta sui cartelli. E successivamente hanno consegnato il provolone all’Assessore Paparesta come “premio” per questa noncuranza.

Per fortuna che a Bari arrivano i turisti, seppur non numerosi, pronti a risolvere delle sviste, che solo con maggior attenzione e interesse, gli stessi baresi potrebbero evitare. Tutti delegano il proprio compito ad altri e la cittadinanza intera subisce magre figure. E non s tratta solo di conoscere o meno la lingua inglese, piuttosto di svolgere il proprio compito degnamente!