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X Factor 2015, al 6° live eliminato Luca

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Ieri sera è andato in onda il 6° appuntamento dal vivo del talent show X Factor edizione 2015. Si è trattato di un vero e proprio ultimo atto della prima parte programma, quello dal quale escono i cinque concorrenti che avranno la possibilità, a partire dal prossimo giovedì 3 dicembre, di pr...

Ieri sera è andato in onda il 6° appuntamento dal vivo del talent show X Factor edizione 2015.

Si è trattato di un vero e proprio ultimo atto della prima parte programma, quello dal quale escono i cinque concorrenti che avranno la possibilità, a partire dal prossimo giovedì 3 dicembre, di presentare i brani inediti. Due le manche disputate, di cui la prima con brano in italiano.

Prima manche.

Davide ha presentato un versione reggae di “L’italiano” di Toto Cutugno. Soluzione sempre efficace, quella reggae, perché riesce sempre a risultare attuale, pur non essendolo mai. Davide fa nel complesso una buona figura, ma il pezzo risulta più uno scherzo o esperimento musicale che il tentativo di trasmettere il messaggio dell’originale.

Enrica si è misurata con un brano difficile, di Malika Ayane, dal titolo “Adesso e qui (nostalgico presente)”. Partita malissimo, ha poi spalancato una voce fresca e chiara come da lei non si era mai sentita. Molto bene sull’italiano, al contrario di tutti gli altri e, in più, elegantissima, in tutto.

I Moseek hanno presentato “Tutti i miei sbagli” dei Subsonica, con un arrangiamento che imitava l’originale, risultando – per forza di cose – inferiore rispetto a quest’ultimo. Tanti errori vocali sul registro alto e poca capacità di sfumatura nella voce. I Moseek hanno abituato a prove eccezionali, ma è chiaro che con loro ci vuole sempre il pezzo giusto. Questa, senz’altro, la peggiore performance dall’inizio della competizione.

Giosada si è misurato con “Amore che vieni, amore che vai” di Fabrizio De Andrè. Prova vocale molto misurata e attenta, nota per nota, senza troppa fantasia. Parecchie sbavature nella prima parte, molto meglio alla fine. In media una performance buona, basata più sulla canzone in sé che sulla prova del concorrente. Di sicuro una prova intelligente, da apprezzare.

Luca ha cantato “Ti scatterò una foto” di Tiziano Ferro, ed è sembrato tutto sbagliato. Si era parlato di una prova con accompagnamento di solo pianoforte, quindi si poteva ipotizzare una versione più intima del brano, basata più sul sussurro che sulla potenza vocale. Sul palco è stato portato il contrario, ma, se si sceglie di affrontare di petto uno come Tiziano Ferro, si finisce per terra al cento per cento, a maggior ragione se si evitano di cantare le parti più difficili. La performance peggiore, anche se non per colpa sua (e la febbre denunciata con prontezza da Mika non ha davvero alcuna importanza).

Gli Urban Strangers hanno chiuso la prima manche con la loro versione di “La libertà” di Giorgio Gaber. Soliti occhiacci blu in partenza per indecisione o problema tecnico o errore – questo non si è capito – ma, poi, la performance è decollata. Davvero molto bravi e coraggiosi, soprattutto intelligenti nel prendere un brano significativo, bello, ma obsoleto, e trasformarlo in una versione accettabile anche sul palco di un talent show di musica pop come X Factor. Non era facile.

Dopo il ballottaggio della scorsa settimana di Giosada, la storia si ripete e, alla fine della prima manche, in ballottaggio ci finisce Enrica, a conferma del fatto che al pubblico o agli autori del programma piace vedere i migliori affrontare le difficoltà della sfida finale.

Seconda manche.

Hanno aperto i Moseek con “Do I wanna know” degli Arctic Monkeys, offrendo una buona performance, senza strafare e puntando quasi tutto su dettagli very cool, tipo l’uso del timpano o il pedale azionato a bocca, ma senza riuscire a dare un vero contesto al brano.

Luca ha cantato “Stitches” di Shawn Mendes. Prova insipida, con Luca che si è mosso malissimo sul palco, un po’ sgraziato e senza riuscire a cantare bene come, in realtà, sa fare. Il problema principale, però, sembra proprio essere il brano in sé, che proietta ancora una volta sul povero Luca l’etichetta del pop usa e getta del quale non è riuscito a liberarsi (non era lui a doverlo fare, in realtà).

Giosada ha cantato un pezzo di Peter Gabriel, “Shock the monkey” e si può dire che non abbia sbagliato una nota. Notevole, a tratti, la somiglianza di timbro vocale, ammirevole il controllo nei passaggi con parti in falsetto. Dal punto di vista tecnico, Giosada ha dimostrato di essere il più bravo e maturo, però un eccessivo eclettismo è nocivo, perché, in primo luogo, nel panorama musicale, occorre riuscire a distinguersi. Su di lui, la curiosità circa l’inedito è massima.

Gli Urban Strangers hanno presentato “Loser” di Beck. Sarebbero dovuti essere a loro agio come due cavalli selvaggi nella prateria, e invece non è andata così. Approssimativi, come se il pezzo non lo avessero provato abbastanza. Con loro, il problema è che se si usano solo voci e chitarre, non c’è spazio per alcuna sbavatura.

Davide ha chiuso la seconda manche con “Wildfire” di SBTRKT. Pezzo molto all’avanguardia (strano, però, non è sinonimo di valido, giusto per la precisione) con prestazione in cui i limiti vocali sono emersi tutti, in maniera impietosa. Davide è davvero molto preparato, dal punto di vista tecnico, ma a volte questo può non bastare.

Al termine della seconda manche, al ballottaggio è finito Luca.

Nella sfida finale fra i due concorrenti, i giudici hanno chiamato il tilt, cioè hanno chiesto che fosse il pubblico a decidere (nonostante Enrica abbia cantato senza alcun dubbio meglio), e il pubblico ha scelto di eliminare Luca.