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Zaia: "Zona arancione e ospedali in crisi con questi numeri"

Covid, Zaia preoccupato: "Zona arancione e ospedali in crisi con questi numeri"

Zaia: "Zona arancione e ospedali in crisi con questi numeri". Il governatore del Veneto è preoccupato per l'andamento della pandemia.

Zaia: Zona arancione e ospedali in crisi con questi numeri”. Il governatore della Regione Veneto continua a dimostrarsi molto preoccupato per l’andamento della pandemia e prosegue nel confermare che la riapertura delle scuole potrebbe rappresentare un ulteriore rischio.

Zaia: “Quasi zona arancione ma scuole aperte”

Luca Zaia, durante un’intervista per Radio Cortina, ha dichiarato: “Tutti diciamo che a scuola si deve andare, il problema è che anche oggi abbiamo 21mila contagiati e la scuola rappresenta un ulteriore momento di assembramento”. Per il governatore del Veneto una serie di fattori non vanno d’accordo con il Covid: tanti bambini e ragazzi assieme, in un luogo chiuso per 5 ore.

Un altro aspetto che Zaia prende in considerazione è la fattibilità della riapertura scolastica, tra personale in quarantena e in malattia oltre ai non vaccinati. “In tutto questo contesto sappiamo che i ragazzi della scuola hanno un’incidenza di positività che è tre volte quella di un adulto”, ha proseguito il governatore, “Non sono degli untori né è una loro colpa, è un guardare in faccia alla realtà”.

Luca Zaia prevede la zona arancione per il Veneto: “Attenzione agli ospedali”

“Siamo verso la zona arancione. Secondo il bollettino di questa mattina (11/01/’22 ndr.) siamo a 215 persone in terapia intensiva e 1680 in area medica, 25 decessi e 21.504 persone positive nelle 24 ore”, ha proseguito Luca Zaia, “Se i contagi proseguono così si mandano in crisi gli ospedali e si inizia a chiudere, non è una passeggiata”.

Zaia: “Oltre alla zona arancione, ci servono letti liberi per i non Covid”

Il governatore del Veneto ha le idee molto chiare: Abbiamo un’immagine di normalità ma che piaccia o non piaccia, gli ospedali si stanno riempiendo e dobbiamo guardare soprattutto a questo fattore, non tutti vengono ricoverati per Covid e i posti letto servono anche anche a queste persone”.