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Zelensky parla della notte in cui “hanno cercato di uccidermi”

Volodymyr Zelensky

Gli attimi concitati dell'attacco, poi la notizia dei commando russi paracadutati in strada: Zelensky parla della notte in cui “hanno cercato di uccidermi”

Non senza emozione Volodymyr Zelensky ha parlato della notte in cui “hanno cercato di uccidermi”. Il presidente ucraino lo ha fatto sul Corriere della Sera ed ha rievocato i minuti terribili del primo attentato, quello da cui riuscì a scampare dopo una prima interdizione avvenuta ad Hostomel da parte delle sue truppe. Il leader di Kiev ha ammesso che le sue ore più difficili sono state quelle della notte fra il 24 ed il 25 febbraio e quelle in cui per la prima volta i reparti speciali russi e ceceni lo hanno messo dichiaratamente in tacca di mira. Lo scopo di Vladimir Putin nel corso della prima parte di una guerra che non è riuscito a condurre come aveva sperato era quello di imporre un governo-fantoccio a Kiev. Tuttavia per fare questo Zelensky doveva morire, che fosse per mano degli spetznats dell’Alpha Group, dei mercenari della Wagner o degli incursori ceceni di Razman Kadyrov poco importava.

Il racconto di Zelensky: “Si, hanno cercato di uccidermi”

Eppure nelle sue dichiarazioni Zelensky ha fatto trasparire non tanto il timore per sé, quanto piuttosto quello, umanissimo, per la sua famiglia, una famiglia composta da persone che hanno sempre saputo che con un netto rovesciamento delle sorti belliche a favore di Mosca avrebbe perso un padre ed un marito. Le ore drammatiche ripercorse da Zelensky sembrano più vivide: nel pieno dell’offensiva e con i kill team russi in caccia, a caccia di lui, Zelensky è corso con la moglie Olena dai figli. Lo scopo era avvertirli che erano iniziati i bombardamenti e prepararli a lasciare la casa. I figli di Zelensky non sono bambini in fasce e cosa stesse accadendo lo avevano capito subito. “Li abbiamo svegliati, era il finimondo. Si sentivano esplosioni da quella parte”. E quando gli uffici presidenziali sono stati bollati come “no security zone” è arrivata la paura.

Commando russi in città e barricate con tutto

Poi la notizia: i commando russi, quelli non decimati dagli ucraini ad Hostomel grazie ad una soffiata della Cia, si erano paracadutati in città per ucciderlo o catturarlo insieme alla sua famiglia. “Prima di quella notte, erano cose che si vedevano solo al cinema”. E mentre i soldati ucraini respingevano i russi nelle strade le guardie presidenziali e gli incursori del Terzo Reparto dello Sbu hanno isolato il complesso con tutto quello che era reperibile: “Un cancello dell’entrata sul retro è stato bloccato con le barricate della polizia e tavole di compensato, più un cumulo di rottami che un fortilizio”.