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Zurigo: Greenpeace blocca tutte le stazioni Shell

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Ieri, a Zurigo, gli attivisti di Greenpeace hanno occupato in modo pacifico tutte le stazioni di servizio Shell della città, impedendone l’utilizzo. Un’azione di protesta messa in atto contro il gigante petrolifero che minaccia di avviare un’intensa attività di trivellazione nel mare Arti...

Ieri, a Zurigo, gli attivisti di Greenpeace hanno occupato in modo pacifico tutte le stazioni di servizio Shell della città, impedendone l’utilizzo.

Un’azione di protesta messa in atto contro il gigante petrolifero che minaccia di avviare un’intensa attività di trivellazione nel mare Artico di Chukchi, in Alaska, con il rischio di provocare notevoli danni all’ecosistema e, da lì, secondo alcune ipotesi, all’intero oceano e, quindi, al pianeta.

Shell non ha in realtà ancora finito le sue valutazioni interne, ma, di fatto, ha già presentato un piano di intervento in Alaska, e tale piano risulta, ad oggi, approvato dall’amministrazione Obama.

Nadine Berthel, responsabile della campagna Artico per Greenpeace Svizzera, ha voluto fare riferimento soprattutto ai danni all’ecosistema, spiegando che “se Shell dovesse iniziare la ricerca di idrocarburi nell’Artico potrebbe devastare questo meraviglioso ecosistema, mettendo in pericolo le specie che vi abitano, come orsi polari e trichechi”. Il rischio è legato alla possibile dispersione di petrolio nel mare, perché, come spiega la Berthel, “non si può trivellare in modo sicuro nell’Artico: la questione non è se si verificherà uno sversamento di petrolio, ma quando accadrà”.

Dello stesso avviso, per dirla tutta, sembra essere lo stesso governo USA, che avrebbe stimato come pari al 75% il rischio di sversamenti di petrolio di notevole entità.