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Cinque famosi casi di cronaca rimasti irrisolti in Italia

Casi di cronaca

Ci sono diversi casi di cronaca italiani che sono rimasti irrisolti, lasciando tutti con il fiato sospeso. Scopriamoli insieme.


Dalla scomparsa delle piccole Angela Celentano e Denise Pipitone, fino ad arrivare al delitto di via Poma e al mostro di Firenze. Ci sono diversi misteri italiani che sono rimasti irrisolti. Scopriamoli insieme.

5 famosi misteri italiani rimasti irrisolti

La storia italiana è sempre stata e continua ad essere ricca di casi di cronaca nera. Alcuni di questi hanno letteralmente lasciato l’Italia con il fiato sospeso e purtroppo non hanno ancora trovato una soluzione. Per anni sono stati in prima pagina sui giornali, ne hanno parlato trasmissioni televisive e telegiornali, mentre le ricerche, le indagini e i processi andavano avanti senza sosta. La giustizia italiana non si è mai fermata, così come non si sono mai fermate le reazioni e l’apprensione dell’opinione pubblica. Nonostante gli indizi, le varie piste, i sospetti, ci sono casi che ancora oggi sono rimasti irrisolti e privi di un vero colpevole. Andiamo ad approfondire insieme cinque famosi misteri italiani che non sono ancora stati risolti.

La scomparsa di Emanuela Orlandi

Uno dei misteri che ha sconvolto l’Italia riguarda la sparizione di Emanuela Orlandi, figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia e cittadina dello Stato Vaticano. La 15enne è scomparsa nel nulla il 22 giugno 1983, mentre tornava a casa dalla scuola di musica. Prima di far perdere le sue tracce, Emanuela aveva telefonato alla sorella Federica dicendole che un uomo l’aveva fermata proponendole un lavoro come promoter per una nota marca di cosmetici, che ha poi smentito quel tipo di offerta di lavoro. Un caso che ha coinvolto lo Stato Vaticano, la Banda della Magliana, il Banco Ambrosiano e i servizi segreti, ma che è rimasto un mistero. La famiglia ha ricevuto numerose telefonate, alcune delle quali ritenute attendibili. Ci fu anche la telefonata di un uomo chiamato l’Amerikano, che affermò di tenere Emanuela in ostaggio e chiamò in causa Ali Ağca, l’uomo che aveva sparato a Giovanni Paolo II due anni prima, chiedendo la sua liberazione. L’uomo chiamò anche a casa Orlandi, facendo sentire la voce della ragazza, ma non ci furono mai prove a confermare questa versione. La trasmissione Chi l’ha visto ricevette una telefonata anonima che invitava ad andare a vedere chi era sepolto nella basilica di Sant’Apollinare e indagare sul favore che Renatino, della Banda della Magliana, fece al cardinal Poletti. Le dichiarazioni dell’amante Sabrina Minardi confermarono il fatto che la Banda della Magliana si fosse occupata del rapimento della 15enne. Nonostante le tante ipotesi, il caso è rimasto irrisolto.

La scomparsa di Angela Celentano

Una gita in montagna durante una mattina d’agosto, in compagnia della comunità evangelica di Vico Equense, si trasformò in un incubo. Proprio sul Monte Faito Catello e Maria persero la loro piccola Angela, di 3 anni. Partirono immediatamente le ricerche e inizialmente si iniziò a pensare ad un incidente, ma della piccola neanche l’ombra. Fin da subito le indagini coinvolsero la famiglia Celentano e mentre il caso diventava di dominio pubblico iniziarono ad arrivare numerose segnalazioni, telefonate, foto. Sono state seguite molte piste da quel momento, da quella messicana fino a quella turca, che si sta seguendo ora che le indagini sono state riaperte. Purtroppo, nonostante le segnalazioni e gli avvistamenti, per il momento Angela Celentano non è mai stata trovata. In questo momento si attendono i risultati di un test del dna su una ragazza sudamericana.

La scomparsa di Denise Pipitone

La piccola Denise Pipitone è scomparsa il 1 settembre 2004, a 4 anni, da Mazara del Vallo. Una zia l’ha vista per l’ultima volta quella mattina, sul marciapiede davanti alla porta di casa. La piccola ha rincorso un cuginetto ma dietro l’angolo è scomparsa nel nulla. Le indagini si sono concentrate sull’ambito familiare, anche per via di alcune intercettazioni. Secondo le ricostruzioni, a rapirla sarebbe stata la sorellastra Jessica Pulizzi, in concorso con la madre Anna Corona e l’ex fidanzato Gaspare Ghaleb. La donna è stata assolta al termine del processo di primo grado dal Tribunale di Marsala per insufficienza di prove, con la conferma della Cassazione. La mamma Piera Maggio ha sempre lottato per avere giustizia, per ritrovare la sua bambina e poterla riabbracciare. Nel corso degli anni ci sono state numerose segnalazioni, si è parlato anche della pista rom, soprattutto dopo un avvistamento avvenuto a Milano riportato da una guardia giurata. Purtroppo la piccola Denise non è ancora stata trovata.

Il delitto di Via Poma

Il 7 agosto 1990 Simonetta Cesaroni è stata trovata morta nell’ufficio in cui lavorava, in Via Poma, a Roma. Una ragazza riservata e responsabile, che si divideva tra la famiglia, il lavoro e il fidanzato Raniero Busco. L’ultimo segno di vita risale alle 17.15, quando Simonetta ha telefonato alla collega Luigia Berrettini. Alle 21.30 la sorella e il fidanzato sono andati con il datore di lavoro di Simonetta, Salvatore Volponi, negli uffici. Secondo loro l’uomo era molto nervoso e ritardava l’arrivo allo stabile. Sono riusciti a farsi aprire la porta dalla moglie del portiere alle 23.30 e hanno trovato il corpo di Simonetta, completamente nudo, con solo il reggiseno e i calzini e 29 ferite da arma da taglio. Molti effetti personali non sono mai stati ritrovati. I principali sospettati furono il portiere Pietro Vanacore e il fidanzato della giovane, Raniero Busco. Le accuse contro il primo sono state archiviate e l’uomo si è suicidato nel 2010. Nel 2011 è stato condannato Raniero Busco, a 24 anni di reclusione, ma nel processo di appello è stato assolto, con la conferma della Cassazione. Il caso è rimasto irrisolto.

Il mostro di Firenze

Un vero e proprio incubo che ha perseguitato le colline toscane dal 1968 al 1985 e che non ha mai trovato una soluzione convincente. Il mostro di Firenze è l’autore di sette duplici omicidi avvenuti nei boschi della provincia di Firenze, più probabilmente di otto omicidi. Una scia di crimini ai danni di giovani coppie che si appartavano nella campagna toscana. Si tratta del primo caso di omicidi seriali riconosciuto nel nostro Paese. Per compiere gli omicidi venivano usate una o più armi bianche e sempre la stessa pistola, una Beretta calibro 22 Long Rifle serie 70, caricata con munizioni Winchester marcate con la lettera H sul fondello dell bossolo. Il killer uccideva prima la vittima maschile e poi quella femminile. Solitamente la ragazza veniva allontanata dall’auto, martoriata da colpi di arma da taglio e venivano fatte delle escissioni, in particolare nella zona del pube. Le indagini furono molto lunghe e travagliate e portarono all’identificazione dei soli esecutori materiali degli omicidi. Nel 2000 sono stati condannati i compagni di merende Mario Vanni e Giancarlo Lotti, mentre Pietro Pacciani fu assolto in appello e morì prima del nuovo processo. Le ipotesi sui mandanti sono rimaste aperte e il mistero non è mai stato risolto.