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70 anni di libertà e sicurezza: la verità dietro i festeggiamenti

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Un anniversario che celebra la libertà ma solleva interrogativi scomodi sulla reale sicurezza dei cittadini.

Desidero formulare gli auguri per questo importante anniversario con la speranza e la convinzione che l’Assemblea continui a rappresentare un esempio di istituzione, presidio della libertà, della pace e della sicurezza dei nostri cittadini. Così ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante un incontro al Quirinale con una delegazione dell’Assemblea Parlamentare della NATO, in occasione del 70° anniversario della prima riunione dei parlamentari dei paesi membri dell’Alleanza.

Ma diciamoci la verità: cosa significa realmente celebrare la libertà e la sicurezza in un contesto geopolitico così complesso come quello attuale?

La retorica della sicurezza

Ogni volta che si parla di organi come la NATO, si tende a enfatizzare il concetto di sicurezza collettiva. Ma il re è nudo, e ve lo dico io: la sicurezza, in fin dei conti, è un concetto estremamente soggettivo. Secondo i dati dell’Eurobarometro, il 61% dei cittadini europei non si sente al sicuro a causa delle crescenti tensioni internazionali. Allora, qual è il ruolo reale della NATO nel garantire questa sicurezza? Non possiamo ignorare che, nonostante le celebrazioni, le ingerenze militari e le operazioni all’estero continuano a generare instabilità, piuttosto che promuovere una pace duratura.

Inoltre, le statistiche parlano chiaro: i conflitti armati, le crisi migratorie e le minacce terroristiche non sono diminuiti negli ultimi 70 anni, ma si sono evoluti. La NATO si trova a gestire non solo le minacce convenzionali, ma anche quelle emergenti, come il cyber terrorismo e le guerre ibride. Eppure, mentre festeggiamo, dobbiamo chiederci: stiamo davvero diventando più sicuri o ci stiamo semplicemente adattando a una nuova normalità di paura e incertezza?

Libertà o controllo?

La realtà è meno politically correct: la libertà, spesso celebrata come un diritto inviolabile, è in realtà soggetta a restrizioni sempre più rigide. Le misure di sicurezza adottate in nome della protezione dei cittadini spesso sfociano in un controllo sociale che erode le basi stesse della democrazia. Dalle leggi sulla sorveglianza alla gestione delle informazioni, la libertà di espressione è messa a dura prova.

In questo contesto, possiamo davvero considerare l’Assemblea Parlamentare della NATO come un baluardo di libertà? O è diventata piuttosto un simbolo di un’alleanza che, per mantenere il potere, è disposta a sacrificare la trasparenza e la libertà di pensiero? Dobbiamo chiederci se la celebrazione di questo anniversario non sia altro che un modo per distogliere l’attenzione dai problemi reali che affliggono le nostre società.

Conclusione: riflessioni scomode

In conclusione, mentre ci uniamo per celebrare 70 anni di cooperazione e alleanze, non possiamo permetterci di chiudere gli occhi di fronte alla realtà. La sicurezza e la libertà non possono essere dati per scontati; richiedono un impegno attivo da parte di ogni cittadino. Dobbiamo interrogarci su cosa significhi realmente essere liberi in un mondo in cui la sicurezza sembra venire sempre prima dei diritti individuali.

Invito tutti a un pensiero critico. Non accontentiamoci delle narrazioni ufficiali, ma poniamoci domande scomode. Solo così potremo sperare di costruire un futuro in cui la libertà e la sicurezza siano davvero in equilibrio, piuttosto che in conflitto l’una con l’altra.