Roma, 9 ott. (Adnkronos) – "Non costruire solo nuove case, ma soprattutto 'rigenerare' ciò che già esiste. Utilizzare le abitazioni che restano vuote per chi non riesce a comprare o affittare una casa, soprattutto nelle grandi aree metropolitane. Riguardo al clima, la parola chiave è 'adattamento', perché una riduzione netta delle emissioni nel mondo appare difficilissima da attuare".
Dopo tre giorni di panel, interviste, dibattiti con 200 politici, ingeneri, architetti, costruttori, imprenditori, geologi, sociologi, politici “questa è la sintesi di 'Città nel futuro 2030/2050', organizzata dall’Ance”, dice il direttore dell’evento, Francesco Rutelli.
“Tre giorni di dialoghi tra posizioni ed esperienze diverse con l’identico obiettivo di ottenere risultati concreti nella riqualificazione delle città, dove si svolge l’esistenza di oltre metà della popolazione della Terra”. Dalla conferenza quindi vengono una serie di indicazioni. Spinta verso l’approvazione in Parlamento della legge sulla rigenerazione urbana e delle norme contro l’emergenza abitativa di molte famiglie del ceto medio e dei giovani. Esigenza di governo razionale delle acque, da controllare e immagazzinare quando sono impetuose e violente, sul modello dei “quartieri spugna”, già realizzato in alcune parti del mondo. Esigenza di prevenzione delle catastrofi naturali: ogni anno si spendono 8 miliardi per riparare i danni e si investono solo 600 milioni per evitarle in anticipo.