Natale Cassano è nato a Bari, nel 1989. Giornalista professionista dal 2015, ha lavorato negli anni per quotidiani, testate web e televisioni. Attualmente collabora con La Repubblica e con il sito d’informazione BariToday, oltre a svolgere mansioni di ufficio stampa per diversi enti culturali. Da sempre alla ricerca del lato umano delle storie, si occupa di cronaca bianca, che ha imparato a veicolare anche attraverso la lente della videocamera. Ha scritto due romanzi "Inseguire un fantasma" (Eretica Edizioni) e "La storia che non ti ho raccontato" (Florestano Edizioni).
A differenza dei colleghi “del cartellino” non fanno niente di illegale. I loro sono “peccati veniali”, perfetti esempi della furbizia tutta italiana nell’aggirare il problema.
Le vite diventano cifre, senza indicazioni di storie, di nomi e cognomi, di situazioni; si trasformano in pura statistica per definire un incremento o decremento in quelle tabelle.
Ventotto anni dopo, si torna a parlare di patrimoniale. Quanto è reale il timore degli italiani a rischio povertà di vedere persa una parte dei risparmi sudati tra mille fatiche?
È il momento di aprire gli occhi: siamo usciti peggiori dalla prima fase della pandemia. L’unica cosa che è cambiata è su chi abbiamo scaricato la rabbia.
A volte i nostri principi volti alla libertà assoluta non fanno che guidarci all’autodistruzione: da egoisti da questa pandemia non ne usciremo di certo.
Il compito dei giornali è quello di riportare le notizie che vengono diffuse. Ma le fonti hanno valutato i rischi di divulgare i dettagli dell’interrogatorio a Silvia Romano?
Governo, Regioni e Comuni non riescono a fare squadra per un bene comune. Però poi chiediamo all’Europa di muoversi con un unico corpo, con un unico cuore.
Nella gestione dell’emergenza Coronavirus è scoppiata una guerra tra chi dovrebbe indicare la via: Governo e istituzioni locali e istituzioni locali fra di loro.
Antonio Decaro, Sindaco di Bari, è diventato famoso per le sue sortite contro chi non rispetta l’isolamento contro il Coronavirus. Serve davvero quest’atteggiamento da “sceriffo”?
Anche la cultura si sta arrendendo al Coronavirus: i siti più visitati d’Italia improvvisamente non sono più accessibili neanche dai turisti stranieri.