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Autovelox in Italia: il conflitto tra governo e comuni si intensifica

Immagine che rappresenta il conflitto sugli autovelox in Italia

Il ministero dei trasporti richiede dati chiari sugli autovelox, ma i comuni rispondono con percentuali.

Il contesto attuale sugli autovelox in Italia

Il dibattito sugli autovelox in Italia è tornato a infiammarsi, con il ministro dei trasporti, Matteo Salvini, che si trova in una posizione di confronto diretto con l’Anci, l’associazione dei comuni. Questo tema, che ha sempre suscitato polemiche, è al centro di un acceso dibattito, soprattutto in relazione all’uso di questi dispositivi da parte dei sindaci, accusati di sfruttarli per fare cassa a scapito degli automobilisti.

La questione è diventata ancora più urgente dopo che il governo ha ritirato un decreto-sanatoria che avrebbe dovuto risolvere i contenziosi legati all’omologazione degli autovelox.

Le richieste del ministero e le risposte dei comuni

Il ministero ha chiesto all’Anci di fornire “numeri certi” riguardo al censimento degli autovelox, sia fissi che mobili, installati nei comuni italiani. Questo censimento dovrebbe riguardare i dispositivi approvati prima e dopo il 2017, anno in cui è avvenuto un cambiamento significativo nelle normative di omologazione. Tuttavia, i dati forniti dai comuni non sono stati soddisfacenti per il ministero, che ha ricevuto solo percentuali anziché numeri concreti. Secondo l’Anci, il 59,4% degli autovelox fissi è stato validato prima del 2017, mentre il 67,2% di quelli mobili è stato approvato nello stesso periodo.

Il rischio di spegnimento degli autovelox

Un aspetto critico di questa situazione è la scadenza del 12 giugno, stabilita da un decreto del 2024, che impone che i misuratori di velocità siano preceduti da cartelli e che la loro taratura sia annuale e certificata. Senza un decreto di omologazione, che manca da oltre 30 anni, la certificazione della taratura non può avvenire. Questo scenario potrebbe portare allo spegnimento degli autovelox in tutta Italia, creando un ulteriore problema di sicurezza stradale. Il ministero ha quindi sollecitato nuovamente i sindaci a fornire dati chiari e inequivocabili sulla posizione e il numero degli autovelox installati.

La posizione dell’Anci e le prospettive future

In risposta alle richieste del ministero, l’Anci ha difeso l’affidabilità dei dati forniti, sottolineando che la ricognizione è stata effettuata su un campione rappresentativo di 1.000 comuni. Nonostante le tensioni, l’associazione ha dichiarato di voler continuare il dialogo con il ministero per arrivare a una soluzione condivisa. Tuttavia, la situazione attuale rimane di stallo, con i sindaci e il ministro Salvini che non sembrano trovare un terreno comune. La questione degli autovelox, quindi, continua a essere un tema caldo, con implicazioni significative per la sicurezza stradale e la gestione delle risorse pubbliche.