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La situazione in Alto Adige si fa rovente. Il 30 luglio, il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, ha dato il via libera all’abbattimento di due lupi nella malga Furgles, nel comune di Malles, in Alta Val Venosta. Questa decisione, che ha sollevato un acceso dibattito, è stata presa per proteggere il bestiame da attacchi che hanno già causato perdite significative.
Ma è davvero questa la soluzione migliore? Le associazioni ambientaliste non ci stanno e definiscono questa scelta inaccettabile, denunciando una pratica che potrebbe creare un pericoloso precedente.
Il provvedimento e le sue giustificazioni
Secondo quanto riportato dalle autorità provinciali, l’abbattimento è stato autorizzato in risposta a sette eventi di predazione accertati, con un totale di 28 animali uccisi tra maggio e agosto 2025. Kompatscher ha dichiarato che il confinamento del bestiame non è una soluzione praticabile, poiché comprometterebbe il benessere degli animali e aumenterebbe i costi operativi per gli allevatori. Ma è giusto sacrificare la fauna selvatica per tutelare gli allevamenti? La modalità di abbattimento dei lupi, criticata per non prevedere alcuna selezione e per poter avvenire in qualsiasi momento con armi a lunga distanza, ha alimentato un dibattito acceso sulla sostenibilità di tali misure. Kompatscher, con fermezza, ha affermato: «L’abbattimento è l’unica azione efficace per scongiurare ulteriori danni» e ha ribadito che la Provincia ha il diritto di intervenire in caso di danni gravi e ripetuti all’allevamento, come stabilito dalla legge provinciale 10/2023 e dalle normative europee.
Le reazioni degli ambientalisti
Le organizzazioni animaliste, tra cui LAV, ENPA e LNDC, hanno immediatamente contestato questa decisione, presentando ricorsi contro l’autorizzazione. Questi gruppi sostengono che la protezione del bestiame dovrebbe essere garantita attraverso misure preventive, piuttosto che tramite l’abbattimento degli animali predatori. Nonostante le loro proteste, il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Bolzano ha respinto la richiesta di sospensione dell’abbattimento, confermando il provvedimento. Ma come si può giustificare un’azione così drastica? In un contesto più ampio, il Parlamento europeo ha recentemente approvato un cambiamento significativo nello status di protezione dei lupi, passando da “strettamente protetti” a “protetti”. Questa modifica ha scatenato ulteriori critiche da parte della comunità scientifica, che sottolinea la mancanza di prove a sostegno di questa decisione. L’assessore alle Foreste della Provincia di Bolzano, Luis Walcher, ha affermato che il declassamento permette di adottare misure più mirate per proteggere l’agricoltura, ma molti esperti avvertono che questo potrebbe portare a un aumento degli abbattimenti non giustificati.
Conclusioni e prospettive future
Il conflitto tra la Provincia di Bolzano e i movimenti ambientalisti mette in luce una frattura profonda nel modo in cui la società affronta la convivenza tra uomo e natura. La questione dell’abbattimento dei lupi solleva interrogativi su come bilanciare le esigenze degli allevatori e la necessità di proteggere le specie in pericolo. Le prossime settimane saranno cruciali per osservare come si evolverà questa controversia e quali misure verranno adottate per garantire una convivenza pacifica tra le diverse parti interessate. Un approccio proattivo e sostenibile potrebbe essere la chiave per prevenire situazioni simili in futuro, evitando di ricorrere a misure estreme che potrebbero avere conseguenze devastanti per la fauna locale e per l’ecosistema nel suo complesso.