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Come richiedere la NASPI all’INPS? La guida aggiornata 2025 per chi resta disoccupato

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Se ti stai chiedendo cosa dice l’INPS, come richiedere NASpI nel modo corretto e in quali casi è possibile ottenerla, questa guida aggiornata al 2025 può rispondere ai tuoi dubbi..

La NASPI — un acronimo che suona complicato, ma che nasconde un aiuto concreto — è quell’indennità che l’INPS dà a chi perde il lavoro senza volerlo. Immagina di arrivare un giorno e trovare la scrivania vuota, o quel messaggio che non ti aspettavi: “Il tuo contratto non verrà rinnovato”. Bene, in quei momenti entra in gioco la NASPI, una rete di sicurezza.

Ma attenzione, non è per tutti, ci sono regole precise e qualche sorpresa. Di seguito ti spieghiamo anche come richiedere la NASPI.

Questa misura è nata nel 2015, e ha subito cambiamenti importanti negli anni, l’ultimo – il più recente – con la legge di Bilancio del 2022. L’INPS la eroga solo dopo che tu fai domanda, non arriva automaticamente. E se non sai come richiedere la NASPI, rischi di perderla.

INPS e come richiedere la NASPI: come capire se ne hai diritto

La prima domanda che tutti si fanno è: “A me spetta davvero la NASPI?”. Non è una domanda scontata. Per poterla ottenere devi aver perso il lavoro in modo involontario. Dimissioni? Di solito no, ma ci sono eccezioni — giusta causa, maternità, e casi particolari, come spiega accuratamente il sito della Confcommercio. Quindi se hai lasciato per ragioni tue, probabilmente non ne hai diritto.

La NASPI è per lavoratori subordinati: operai, impiegati, apprendisti, soci lavoratori di cooperative e anche personale artistico con contratto subordinato. Da poco, si sono aggiunti anche operai agricoli stabili e lavoratori sportivi iscritti al fondo pensione dedicato.

Chi invece rimane fuori? I dipendenti pubblici a tempo indeterminato, operai agricoli stagionali, chi ha già maturato i requisiti per la pensione o chi prende un assegno di invalidità e non sceglie la NASPI.

Non basta: devi avere almeno 13 settimane di contributi negli ultimi 4 anni. Se non ce l’hai, devi aspettare. Insomma, non è per tutti, ma per chi si trova in difficoltà vera.

C’è un’altra novità importante che pochi conoscono. Dal 2025, se ti sei dimesso da un lavoro a tempo indeterminato e poi sei stato licenziato da un altro (anche a tempo determinato), per avere la NASpI devi aver lavorato almeno 13 settimane col datore di lavoro che ti ha licenziato e le dimissioni devono essere avvenute nei 12 mesi prima del licenziamento. Non proprio semplice da ricordare, ma fondamentale.

Come richiedere all’INPS la NASPI: come si calcola l’importo?

Abbiamo visto come richiedere la NASPI ora vediamo come calcolarla. Calcolare la NASpI non è come prendere uno stipendio fisso. La base è la retribuzione media degli ultimi quattro anni, ma attenzione ai dettagli.

Se la tua media mensile è sotto un certo tetto (per il 2025, 1.436,61 euro), riceverai il 75% di quella media. Facile, no? Però, se guadagni di più, il calcolo è diverso: prendi il 75% del tetto più il 25% di quello che supera, con un massimo che non può superare 1.562,82 euro.

Il bello è che questa indennità non è “per sempre”. Dal 2022, dopo cinque mesi la NASpI si riduce del 3% ogni mese. E se hai più di 55 anni, questa riduzione parte addirittura dall’ottavo mese. Una sorta di incentivo a rimettersi subito in pista.

Se nel frattempo inizi a lavorare in autonomia, con un reddito annuo sotto i 5.500 euro, la NASpI si riduce, ma non sparisce: devi solo comunicarlo all’INPS entro un mese. Se no… addio indennità. Stesso discorso se hai due lavori part-time e ne perdi uno: devi dichiarare quanto guadagni dall’altro.

E se vuoi sapere come arriva il denaro: può essere su conto corrente, libretto postale o addirittura con bonifico all’ufficio postale. Insomma, flessibilità.

Come richiedere la NASPI all’INPS: tempi, scadenze e cosa succede se lavori di nuovo

Presentare domanda è un passo che va fatto con precisione. Hai 68 giorni di tempo dalla fine del lavoro per chiedere la NASpI. Passato questo termine, perdi il diritto all’indennità. Semplice.

I tempi per l’erogazione variano. Se presenti domanda entro otto giorni dalla fine del contratto, l’indennità parte dall’ottavo giorno dopo la cessazione. Se la presenti dopo, parte dal giorno dopo la domanda.

Ci sono casi più complicati: se il lavoro è finito durante un periodo di malattia o maternità, la decorrenza slitta di conseguenza, sempre rispettando i termini. E per licenziamento per giusta causa? L’indennità parte dal 38° giorno successivo al licenziamento, a condizione di presentare la domanda entro quel termine.

Se ti ritrovi a lavorare di nuovo entro otto giorni dalla fine del precedente lavoro, la NASpI non si sospende, ma devi fare una nuova domanda se il nuovo lavoro finisce.

Infine, la durata dell’indennità dipende dai contributi versati negli ultimi quattro anni: hai diritto a un numero di settimane pari alla metà di quelle contributive. Facile da capire: più hai lavorato, più tempo ricevi il sostegno.