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Un momento di grande dolore
Il Duomo di Monreale ha accolto migliaia di persone in un’atmosfera di profondo dolore e commozione per i funerali di Andrea Miceli, 26 anni, Salvatore Turdo, 23 anni, e Massimo Pirozzo, 26 anni, tragicamente uccisi la notte del 26 aprile. La chiesa, stracolma di amici, familiari e cittadini, ha visto un silenzio surreale interrotto solo dai singhiozzi di chi piangeva la perdita di tre giovani vite spezzate da un atto di violenza insensato.
Le parole dell’arcivescovo
Durante l’omelia, l’arcivescovo Gualtiero Isacchi ha espresso la sua vicinanza alle famiglie, sottolineando che “tutta l’Italia ha pianto per la strage”. Ha messo in evidenza la gravità della situazione sociale attuale, caratterizzata da una crescente violenza. “Non sappiamo più parlare, dobbiamo urlare; non sappiamo più dialogare, dobbiamo inveire”, ha affermato, evidenziando come la violenza stia diventando una costante nella vita quotidiana. Le sue parole hanno risuonato come un appello a riflettere su un problema che coinvolge tutti, invitando a una radicale inversione di marcia.
Le testimonianze delle famiglie
Al termine dell’omelia, i familiari delle vittime hanno preso la parola, esprimendo il loro dolore e la loro rabbia. “Come si può perdonare una cosa del genere?” ha chiesto il fratello di Massimo, chiedendo alle istituzioni di intervenire. La cognata di Andrea ha esortato i giovani a riflettere sull’importanza della vita, mentre la madre di Pirozzo ha ricordato il figlio come “bello come il sole”. Le loro parole hanno messo in luce non solo il dolore personale, ma anche la mancanza di sicurezza e di protezione da parte delle autorità.
Un tributo toccante
Il corteo funebre ha visto gli amici dei tre ragazzi indossare magliette bianche con le loro foto, mentre palloncini colorati e colombe venivano liberati nel cielo. Un gesto simbolico di libertà e speranza, ma anche di protesta contro una violenza che sembra non avere fine. Prima di raggiungere il cimitero, la bara di Andrea è stata posata allo stadio, dove la sua squadra, la “Real Pioppo”, ha voluto tributargli un ultimo omaggio. Un compagno di gioco ha calciato un pallone contro la bara, un gesto che ha unito sport e ricordo in un momento di grande commozione.