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Negli ultimi tempi, è emersa una complessità crescente riguardo alle indagini giudiziarie che collegano Pavia e Brescia. Tre principali filoni si intrecciano, riportando alla mente il noto delitto di Garlasco. I recenti sviluppi si concentrano sull’omicidio di Chiara Poggi e sull’ex procuratore pavese Mario Venditti, accusato di aver abusato della sua posizione per favorire un indagato in cambio di denaro.
I fatti
La nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi si sovrappone a quella che coinvolge Mario Venditti. L’ex procuratore è accusato di aver manipolato la sua richiesta di archiviazione nel 2017 per scagionare Andrea Sempio, ora nuovamente sotto indagine. A Brescia, un altro fascicolo è in fase di studio, nel quale Venditti e il pm Pietro Paolo Mazza, attualmente a Milano, sono accusati di far parte di un presunto sistema di corruzione che ha visto coinvolti magistrati, politici e imprenditori.
Le accuse di peculato
Le autorità bresciane hanno avanzato accuse di peculato per un valore di almeno 750mila euro nei confronti di Venditti e Mazza. Si sospetta che abbiano acquisito numerose automobili di lusso, dichiarando che fossero necessarie per l’ufficio, ma che in realtà venivano utilizzate per fini personali. L’avvocato di Mazza, Massimo Dinoia, ha smentito queste accuse, affermando che non esistono prove concrete riguardo a tali somme o all’acquisto di veicoli.
Le intercettazioni e le anomalie nelle indagini
Negli atti presentati al Riesame di Brescia, sono emerse delle anomalie riscontrate dalla Guardia di Finanza e dai carabinieri. Un’intercettazione ha rivelato un colloquio tra Sempio e un suo legale, in cui Sempio menzionava di aver già parlato con un maresciallo dei carabinieri prima di un interrogatorio programmato. Questa situazione ha sollevato interrogativi su come Sempio avesse avuto anticipazioni sulle domande che gli sarebbero state poste.
L’interrogatorio e i collegamenti con ex carabinieri
Le indagini hanno portato a perquisizioni nei confronti di Giuseppe Spoto e Silvio Sapone, due ex carabinieri coinvolti. Si sospetta che Spoto abbia avuto contatti diretti con Sempio prima di notificargli l’interrogatorio. Inoltre, sono emersi prelievi significativi di denaro da parte di Sempio e di suo padre, insieme a pagamenti mensili a Sapone, il quale riceveva mille euro al mese per un centro scommesse.
Il coinvolgimento di figure istituzionali
Un altro aspetto preoccupante riguarda il ruolo di figure istituzionali in queste indagini. Le Fiamme Gialle hanno chiesto di esaminare i conti del giudice Fabio Lambertucci, il quale aveva archiviato la prima indagine su Sempio otto anni fa. Le indagini si intensificano, e nel frattempo emergono ulteriori dettagli sulle interazioni finanziarie che insinuano un sistema di corruzione più ampio.
Il mistero della cifra e le possibili collusioni
Gli investigatori hanno ricostruito prelievi in contante per circa 35mila euro e hanno messo in discussione la natura di alcune transazioni. Queste potrebbero non essere state destinate solo ai legali di Sempio, ma piuttosto a pagamenti occulti per altre persone coinvolte nel sistema. Questi sviluppi hanno portato a una maggiore attenzione nei confronti dell’ex procuratore Venditti, con ipotesi di un possibile incasso di somme elevate.
Nel contesto della corruzione e del peculato, la difesa di Mazza ha sottolineato che il pm ha acquistato una Mercedes nel 2017 in leasing, dimostrando la legittimità delle sue transazioni. Tuttavia, la rivendita dell’auto a una società legata all’indagine ha sollevato ulteriori domande sull’integrità del suo operato.