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AGGIORNAMENTO ORE [tempo]: Nelle ultime ore, le forze israeliane hanno intensificato le operazioni nella città di Tulkarem, situata nella Cisgiordania occupata. Questo intervento ha portato all’arresto di oltre 100 palestinesi e all’imposizione di un severo coprifuoco. Tali azioni si inseriscono in un contesto di crescente crisi umanitaria, con migliaia di palestinesi costretti a fuggire a causa dell’offensiva israeliana su Gaza.
L’escalation della violenza è stata giustificata come risposta a un attacco che ha coinvolto soldati israeliani.
Dettagli dell’operazione a Tulkarem
Le forze israeliane hanno condotto raid in diversi punti della città, compresi negozi e caffè, dove hanno fermato e arrestato clienti e residenti. Testimoni oculari riferiscono che i soldati hanno costretto i civili a formare una fila verso i posti di blocco militari. Queste azioni sono state descritte come parte di una campagna di punizione collettiva in risposta all’attacco che ha ferito due soldati israeliani. La tensione è ulteriormente aumentata dopo che sei persone sono state uccise in un attacco a Gerusalemme Est, di cui Hamas si è assunta la responsabilità.
“C’è stato un assedio completo e un lockdown di queste aree,” ha dichiarato Hamdah Salhut di Al Jazeera, evidenziando come la punizione collettiva sia in pieno svolgimento nella Cisgiordania occupata. La reazione di Israele include la demolizione delle abitazioni dei sospetti e sanzioni per i loro familiari, un approccio che ha sollevato preoccupazioni a livello internazionale per la violazione dei diritti umani.
Crisi umanitaria e ripercussioni
La situazione sta rapidamente degenerando. Le operazioni militari israeliane nella Cisgiordania occupata sono aumentate esponenzialmente a seguito dell’attacco a Gaza, portando a un bilancio di oltre 1.000 palestinesi uccisi e migliaia di arresti. Inoltre, sono stati demoliti centinaia di edifici, aggravando ulteriormente la crisi abitativa e umanitaria. Con oltre 40.000 palestinesi costretti a lasciare le proprie case, la situazione è critica e senza prospettive di ritorno. “L’operazione militare di Israele ha conseguenze catastrofiche per decine di migliaia di palestinesi sfollati,” ha affermato Erika Guevara Rosas di Amnesty International.
Le violenze perpetrate dai coloni israeliani sono anch’esse aumentate, con almeno 1.860 incidenti documentati tra il 7 ottobre 2023 e la fine dell’anno. Questo indica un clima di crescente impunità e aggressione nei confronti dei palestinesi, alimentato dalla retorica estremista di alcuni leader israeliani.
Politiche e reazioni internazionali
Le dichiarazioni del Primo Ministro Benjamin Netanyahu, che ha ribadito che non ci sarà mai uno stato palestinese, riflettono una politica sempre più radicale e intransigente da parte del governo israeliano. “Questo posto appartiene a noi,” ha dichiarato Netanyahu in un evento a Maale Adumim, un insediamento considerato illegale secondo il diritto internazionale. Questa retorica ha contribuito all’espansione degli insediamenti, considerati il principale ostacolo alla risoluzione del conflitto israelo-palestinese.
Nonostante le richieste della comunità internazionale, incluso un voto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che chiede la fine dell’occupazione israeliana, la situazione continua a deteriorarsi. L’aumento della violenza e delle operazioni militari in Cisgiordania sottolinea la necessità di un intervento urgente per proteggere i diritti dei palestinesi e garantire un futuro di pace nella regione.