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Un legame con la storia
Nel 1944, un avvocato palermitano di nome Guido Vittoriano Basile fu deportato nel campo di concentramento di Mauthausen, in Austria. La sua vita si spense tragicamente a soli 46 anni, un mese dopo il suo arrivo. La sua storia, purtroppo, non è un caso isolato, ma rappresenta una delle tante vite spezzate dall’orrore della Seconda Guerra Mondiale e delle leggi razziali.
Oggi, il nipote Oreste Poma ha deciso di non lasciare che la memoria di suo zio svanisca, fondando una sede dell’Associazione Nazionale Ex Deportati (ANED) a Palermo, in via Gregorio Ugdulena 32.
Un’associazione per la memoria
Oreste Poma, insieme ad altri due familiari di deportati, ha avviato questa iniziativa con l’intento di mantenere viva la memoria di coloro che hanno sofferto e sono morti nei campi nazisti. “È un’associazione apartitica e aconfessionale – spiega Poma – organizzeremo iniziative nelle scuole, mostre sulla memoria e convegni, per non dimenticare”. La missione di ANED è chiara: educare le nuove generazioni sull’importanza della memoria storica e sul valore della vita umana, affinché simili atrocità non si ripetano mai più.
La storia di un amore e di una tragedia
La vita di Guido Vittoriano Basile è segnata anche da una storia d’amore. A Palermo, conobbe Dora De Giovanni, una giovane cantante d’opera che si esibiva al Teatro Massimo. I due si innamorarono e si trasferirono a Milano, dove si sposarono. Qui, Basile entrò in contatto con la famiglia ebrea Colombo, che gli chiese aiuto legale per il figlio Tullio, arrestato ingiustamente. Nonostante il rispetto delle leggi razziali, Tullio fu arrestato e morì in carcere. Guido, in qualità di avvocato, fu anch’egli arrestato, segnando l’inizio della sua tragica fine.
Un ricordo da preservare
Oreste Poma sottolinea l’importanza di non dimenticare le vittime dello sterminio nazista, che ha colpito circa 12 milioni di persone, di cui la metà erano ebrei. “Si tende a parlare principalmente dello sterminio degli ebrei, ma ci sono tante altre persone, come mio zio, che sono morte sotto le leggi razziali e delle quali rischiamo di perdere traccia e memoria”. La sua iniziativa è un appello a tutti noi: ricordare e onorare le vite spezzate, affinché il passato non venga mai dimenticato e la storia possa insegnarci a costruire un futuro migliore.